Nada Cella, difensori della Cecere: "Processo illogico, va assolta"

di R.C.

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La difesa di Annalucia contesta il processo per l’omicidio, definendolo basato su sospetti trasformati in indizi. La sentenza è prevista per il 15 gennaio

Nada Cella, difensori della Cecere: "Processo illogico, va assolta"

"Il processo è illogico: si trasformano semplici sospetti in indizi gravi e concordanti". Lo sostiene la difesa di Annalucia Cecere, l’ex insegnante accusata dell’omicidio della segretaria Nada Cella a Chiavari, avvenuto il 6 maggio 1996. Gli avvocati Giovanni Roffo e Gabriella Martini hanno contestato tutti gli elementi su cui si basa la richiesta di ergastolo avanzata dalla procura.

Secondo la difesa, Cecere non si trovava sul luogo del delitto, non aveva rapporti con Marco Soracco – il datore di lavoro di Nada, per cui la procura ha chiesto quattro anni per favoreggiamento – e non frequentava la scuola di ballo citata nelle indagini. Inoltre, i bottoni trovati dalla donna sarebbero diversi da quelli rinvenuti sotto il corpo della vittima, mentre la telefonata anonima è stata definita "una piece teatrale costruita ad arte".

Roffo ha inoltre criticato la ricostruzione del comportamento di Soracco e di sua madre, definendola contraddittoria e priva di fondamento: "Viene pagata perché non riveli di essere l’assassina? Di solito è l’assassino che compra il silenzio dei testimoni". La scelta di Cecere di non comparire in aula è stata invece spiegata come una decisione strategica della difesa, poiché la donna ha già fornito la propria versione durante le indagini.

Gli avvocati chiedono l’assoluzione "per non aver commesso il fatto" o, in subordine, la caduta delle aggravanti e la prescrizione del reato. La sentenza è prevista per il 15 gennaio.

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