Maurizio Carucci e quel ritorno "futurista" alla terra
di Giulia Cassini
I suoi progetti e il concerto del 15 febbraio a Genova
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Non è solo un mondo di note quello che costella la vita di Maurizio Carucci, frontman degli Ex-Otago, gruppo che si esibirà a Genova nell'atteso concerto del 15 febbraio all'RDS Stadium. "Un evento epocale - spiega il cantante - direi unico, per fare una sintesi del nostro lavoro con un sacco di ospiti. Ecco perché sarà epico".
L'ispirazione ad ogni modo nasce dalla sua vita di tutti i giorni, lontana dalla città: un'idea che aveva maturato appena ventenne quando scopriva la campagna tra lunghe passeggiate. "Per me la terra è tutto - spiega Carucci- è il ritorno ad antichi usi come il ciclo chiuso dei rifiuti o per la produzione del vino tutte quelle tecniche che restituiscano il segreto dei grappoli. I calici migliori sono quelli che ti ricordano chi li ha prodotti e da dove vengono".
Così ben presto la sua patria d'elezione diventa la Val Borbera, con un parterre di animali da cortile, filari ordinati e tutta la cura che ci vuole per rispettare l'etologia delle specie e la natura, anche quella che si riversa in un bicchiere. Il suo progetto non discografico che lo rende famoso è appunto la Cascina Barbàn, nata sotto questi auspici con la compagna Martina Panarese per produrre cibo (verdura, frumento e frutta) e vino di alto profilo.
Un progetto nato nel 2011 che ultimamente si è rinnovato diventando comunitario. "E' un nucleo contadino di due famiglie - spiega Carucci - che fa rivivere una borgata in pietra del 1700 abbandonata da mezzo secolo. Ha a che fare più con le lune e le persone che con le macchine". Non c'è contraddizione nelle sue due anime, quella da artista e l'altra in azienda agricola. "Semmai c'è un filo lunghissimo -ammette col sorriso- che lega la terra con il cielo, la concretezza con l'astrazione".
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