Addio a Sandro Giacobbe, la voce gentile che ha scandito mezzo secolo di canzone italiana

di Redazione

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Avrebbe compiuto 76 anni il prossimo 14 dicembre. Autore e interprete di molti brani di immensa popolarità, persona mite e cortese

Addio a Sandro Giacobbe, la voce gentile che ha scandito mezzo secolo di canzone italiana

Il mondo della musica piange Sandro Giacobbe, scomparso oggi a Genova, la città che lo aveva visto nascere il 14 dicembre 1949 e crescere e che non ha mai smesso di abitare le sue canzoni. Con Sandro Giacobbe scompare un interprete che ha saputo attraversare oltre mezzo secolo di musica leggera italiana senza mai perdere la sua cifra: la capacità di raccontare l’amore con una sincerità semplice, quasi disarmante.

 

Figlio di una famiglia operaia, con radici siciliane e lucane, Giacobbe era cresciuto in un ambiente fatto più di lavoro che di note. La musica, però, gli aveva bussato presto alla porta: a sedici anni già suonava nei locali della Liguria con un gruppo di amici, deciso più a seguire l’istinto che le pagine di ragioneria. È da quelle serate, tra strumenti arrangiati e palchi improvvisati, che nasce l’artista che l’Italia avrebbe imparato a conoscere.

 

Gli esordi discografici non furono immediati. Serve tempo, e soprattutto serve qualcuno che creda nella timidezza della sua voce e nella forza delle sue melodie. Quella fiducia arriva quando la CBS decide di farne non solo un interprete, ma anche un autore. I primi brani cominciano a circolare, a farsi strada tra voci più note. Poi, nel 1974, la svolta: Signora mia conquista radio, classifiche, pubblico, e finisce persino al cinema, scelta da Lina Wertmüller per una delle sue opere più celebri.

 

Da quel momento la carriera accelera. Arrivano canzoni che diventeranno punti fermi della memoria musicale di quegli anni: Il giardino proibito, Io prigioniero, Il mio cielo, la mia anima. Nel 1976 sale sul palco del Festival di Sanremo e Gli occhi di tua madre lo consacra come una delle voci più amate della sua generazione. Negli anni Ottanta continua a inanellare successi, e Sarà la nostalgia, nel 1982, diventa una delle canzoni-simbolo del decennio.

 

Giacobbe, però, non è mai stato solo un cantante di hit. È stato autore per i bambini dello Zecchino d’Oro, presenza costante in programmi televisivi, collaboratore di artisti e interpreti diversi. È stato anche, e forse soprattutto, un uomo profondamente impegnato nel sociale. Con la Nazionale Italiana Cantanti ha giocato 375 partite, segnato 4 gol, e allenato la squadra a partire dal 2001. Dietro ogni iniziativa, una convinzione ferma: la musica e lo sport possono essere strumenti di cura reale, di aiuto concreto. Molte delle partite benefiche organizzate in Liguria portano la sua firma, così come il progetto Noi per voi, nato per sostenere i figli delle vittime del crollo del ponte Morandi.

 

Negli ultimi anni non aveva smesso di creare. Aveva collaborato con Don Backy, aveva continuato a pubblicare musica nuova, aveva condiviso palco e canzoni con Marina Peroni, che nel 2022 era diventata sua moglie. I figli, Andrea e Alessandro, avevano riconosciuto in quella passione paterna una strada: uno nell’allenare e scrivere musica, l’altro nel cammino calcistico.

 

Il 6 aprile 2024, al Teatro di Cicagna, aveva celebrato i cinquant’anni di Signora mia. Una serata che aveva il sapore del ritorno a casa, tra amici, pubblico fedele e vecchi compagni di viaggio.

 

Sandro Giacobbe lascia un patrimonio fatto di melodie che parlano un linguaggio universale. Le sue canzoni non cercavano lo scandalo né la posa: parlavano di sentimenti, di fragilità, di ricordi. Parlava alla gente comune, e la gente comune lo ha sempre ricambiato con un affetto straordinario.

 

La sua scomparsa è stata annunciata in diretta televisiva da Caterina Balivo. Così, quasi in punta di piedi, come era entrato nella vita di molti, Sandro Giacobbe ha salutato la sua città e il suo pubblico. Resteranno la sua voce, i suoi brani, e il modo gentile con cui ha attraversato la musica italiana.

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