Mattioli (Confitarma): "Blue economy 2% del Pil, il settore marittimo è vitale"
di Edoardo Cozza
L'intervento durante la cabina di regia per l'Italia internazionale, organizzata dai ministri Di Maio e Giorgetti
Martedì a Roma, dal ministero degli esteri in videoconferenza, si è tenuta la sessione straordinaria della cabina di regia per l’Italia Internazionale dedicata al tema dell’Attrazione degli Investimenti Esteri (AIE), organizzata dal ministro degli esteri Di Maio, e dal ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti: vi hanno partecipato numerosi esponenti del governo, rappresentanti di enti pubblici per il sostegno all’internazionalizzazione, rappresentanti del mondo economico e finanziario e rappresentanti di associazioni del mondo imprenditoriale e finanziario, oltre a tutti gli altri enti firmatari del “Patto per l’Export”.
In rappresentanza di Confitarma, è in intervenuto il presidente Mario Mattioli che ha rilevato come il nostro Paese soffra di una sorta di “bulimia” normativa e di una “anoressia” in tutto ciò che implica il controllo di quanto è stato creato. “Non possiamo che essere concordi con l’esigenza di rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione, di risolvere il problema della giustizia nonché gli aspetti fiscali che incidono pesantemente sulle nostre imprese, e – ha affermato Mattioli – siamo convinti che ci siano tutte le condizioni per rigenerare il Paese dal punto di vista economico realizzando le riforme necessarie e da più parti invocate”.
“Il settore marittimo è vitale per l’interesse del paese, così come è vitale tutelare la sua competitività nei mari del mondo – ha aggiunto il Presidente di Confitarma – ed è capofila nella catena della blue economy che rappresenta il 2% del nostro PIL. Il recente blocco del canale di Suez ha dimostrato quanto il trasporto via mare sia fondamentale, non solo per l’Italia ma per tutti i paesi del mondo. In questo contesto, nell’ottica di dotare il paese di porti e flotte green, non dobbiamo dimenticare che l’Italia sconta un gap logistico di circa 70 miliardi proprio per i colli di bottiglia che si creano nei nostri porti che non riescono ad essere la porta di accesso ai mercati europei, nonostante la strategica posizione del nostro Paese al centro del Mediterraneo”.
"L’auspicio – ha concluso Mario Mattioli – è che finalmente si inneschi un’inversione culturale per mettere il nostro Paese in grado di sfruttare i punti di forza che derivano proprio dal nostro
posizionamento geografico”.
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