Mattarella a Genova, “È sempre tempo di Resistenza”: libertà e democrazia non si difendono da sole

di Matteo Cantile

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Il Presidente ha ricordato il valore civile e morale della Resistenza, rendendo omaggio ai caduti e ai protagonisti dell’insurrezione ligure

Accolto da una lunga standing ovation, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato al Teatro Nazionale di Genova alla celebrazione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione. Un discorso solenne e denso di riferimenti storici, morali e civili ha attraversato le pagine più intense della Resistenza ligure, sottolineando la lezione di dignità e libertà lasciata in eredità da quella stagione.
 

Presenza istituzionale – Il Capo dello Stato ha aperto il suo intervento con un saluto “di grande cordialità a tutti i presenti, agli studenti, al Ministro della Difesa, ai rappresentanti del Parlamento e della Corte Costituzionale”. Ha quindi ringraziato “il presidente della Regione, il vicesindaco, il vicesindaco metropolitano” per i loro interventi, chiedendo di trasmettere “il saluto più cordiale e affettuoso nei confronti dei loro concittadini di Genova e della Liguria”. Un ringraziamento sentito anche a Mino Ronzitti “per la sua ampia e puntuale ricostruzione”, e alla scena teatrale che ha aperto l’evento, “coinvolgente e suggestiva”.

 

Liguria patriottica – “È per me un’occasione importante essere qui con tutti voi”, ha detto Mattarella, ricordando che la Liguria è “ricca di virtù patriottiche” e ha dato un contributo fondamentale “alla conquista della libertà del nostro popolo”. Ha reso onore alle popolazioni che sostennero i partigiani “nelle montagne e nelle città”, a Genova “medaglia d’oro al valor militare per la lotta di liberazione”, e alle altre città insignite: Savona, Imperia, La Spezia, Albenga, Rossiglione, San Colombano Certenoli, Zignago e molti altri comuni.

 

Moralità della lotta – Mattarella ha evidenziato la “lezione sulla moralità della Resistenza” nata dalla contrapposizione al dominio dell’uomo sull’uomo e ispirata a principi di fraternità, rispetto e solidarietà. I partigiani, ha detto, “riformarono nel modo in cui si mangiava, si dividevano le risorse, si rispettavano le donne”. In questo spirito ha citato Aldo Gastaldi, “il partigiano Bisagno”, comandante della Divisione Garibaldi Cichero, medaglia d’oro al valor militare e oggi avviato alla beatificazione come “servo di Dio”.

 

Omaggio ai caduti – Poco prima della cerimonia, Mattarella si era recato al Cimitero di Staglieno per rendere omaggio ai caduti della Resistenza e ai patrioti del Risorgimento. Ricordando la riunificazione dell’Italia nel 1945, ha sottolineato le peculiarità della Resistenza ligure, “collegata saldamente a Torino e Milano”, e le stragi della Pasqua di sangue del ’44: Benedicta, Fontanafredda di Masone, Olivetta di Portofino, la foce del Centa di Albenga, Molini di Triora.

 

Zone libere – In Liguria nacquero esperienze di governo locale legate alla presenza partigiana: la Repubblica Libera di Molini di Triora, le imprese di Torriglia, la Repubblica del Vara in alta Val di Vara spezzina. Anche le città subirono la repressione, con “migliaia di donne e uomini avviati al lavoro coatto in Germania e alla deportazione verso i lager di Mauthausen”.  Fabbriche e scioperi – Le fabbriche furono “luoghi di solidarietà e di costruzione di una coscienza democratica”. Gli scioperi nel savonese e nello spezzino alla fine del ’43, quelli a Genova fino al giugno del ’44 e infine nel 1945, contribuirono al crollo del fronte interno fascista. Il bando Graziani sull’arruolamento obbligatorio nella RSI spinse molti giovani a unirsi ai partigiani.

 

Contributo bellico – “Qualcuno dice che il contributo militare della Resistenza non fu decisivo”, ha affermato Mattarella, “ma i fatti dimostrano che le forze dell’Asse ebbero difficoltà a presidiare le aree dominate dai partigiani”. La Resistenza, ha aggiunto, mirava alla pace “come condizione normale tra i popoli”, contrapponendosi a un regime che aveva imposto “la vita per la guerra”.

 

Europa unita – La lotta antifascista fu anche il seme dell’Europa unita, “oggi incarnata dalla sovranità popolare espressa nel Parlamento di Strasburgo”. Tra i nomi ricordati, Luciano Bolis, “esponente del Partito d’Azione, orrendamente torturato dalle brigate nere nel febbraio del ’45”, medaglia d’argento al valor militare.

 

Solidarietà internazionale – Mattarella ha ricordato anche il contributo di partigiani stranieri, come Fiodor, “giunto dalla Russia e ucciso a Cantalupo il 2 febbraio 1945”, a cui l’Italia ha conferito la medaglia d’oro al valor militare e ha intitolato una via di Genova.

 

Pluralismo politico – Genova fu anche laboratorio politico: al Comitato di Liberazione Nazionale del Nord Italia, oltre ai cinque partiti tradizionali, partecipava anche il Partito mazziniano repubblicano. Una presenza “peculiare”, per la quale fu inviato in Liguria Sandro Pertini, “poi settimo Presidente della Repubblica”.

 

Partecipazione – “Non possiamo arrenderci all’assenza dei cittadini dalla cosa pubblica”, ha ammonito Mattarella, “non possiamo accettare una democrazia a bassa intensità”, per rispetto “dei sacrifici che il nostro popolo ha sopportato per tornare a essere titolare di diritti e libertà”.

 

Resa e mediazione – Genova si distinse con l’insurrezione popolare che indusse alla resa il presidio tedesco. Un episodio centrale fu la mediazione del cardinale Pietro Boetto, “dichiarato Giusto tra le Nazioni”, che portò alla firma della resa a Villa Migone tra il generale Meinhold e Remo Scappini.

 

Salvezza della città – Meinhold, condannato da Hitler come traditore, scriverà: “La sorte della città, la vita di migliaia di persone doveva starci a cuore. La mia coscienza mi vietava di sacrificare ancora un solo uomo”. La distruzione di Genova, come accaduto a Varsavia, fu così evitata.

 

Diritti umani – Con la Liberazione “si apriva la stagione dei diritti delle persone e dei popoli”. Mattarella ha citato Papa Francesco: “Ogni generazione deve fare proprie le conquiste di quelle precedenti e condurle a mete più alte”, come indicato nella Fratelli tutti.

 

Memoria civile – Non senza un ricordo di papa Francesco e della sua 'Fratelli tutti', “È sempre tempo di Resistenza”, ha concluso il Capo dello Stato. Anche quando, negli anni Settanta, il terrorismo cercò di minare le basi democratiche, Genova rispose con coraggio, “riassunto nel nome di Guido Rossa”, simbolo di integrità e valore civile.

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