Manca uno scatto di reni per la ripresa in Liguria

di Paolo Lingua

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Manca uno scatto di reni per la ripresa in Liguria

Le sfortunate vicende autostradali che di fatto bloccano, o rallentano sino all’esasperazione, il traffico dei cittadini e dei veicoli merci in Liguria, non hanno avuto sino a questo momento alcune concreta reazioni “positiva” ovvero di progetti da realizzare in tempi fulminei per uscire da una stasi che , se protratta, potrebbe risultare esiziale all’economia del territorio e, in particolare, al sistema portuale. Per la verità le istituzioni locali – Regione, Comune, Autorità Portuali, Camere di Commercio, associazioni imprenditoriali d’ogni tipo e sindacati -  hanno fatto rullare i tamburi della protesta e si sino dichiarate disponibili a muoversi nella massima fretta, anche sulla base dei discreti risultati che stanno venendo dalla ricostruzione dell’ex ponte Morandi , con la messa in funzione del regime commissariale straordinario.  Il crollo del tratto sulla A6 e il blocco d’un ampio tratto della A26, i due assi che collegano la Liguria con il Nord dell’Italia e anche una parte del centro dell’Europa, possono essere equiparati, in larga parte, al crollo del Morandi, anche perché se i rallentamenti si collegano, la situazione diventa sempre più drammatica. Nei giorni scorsi, l’ex viceministro alla infrastruttura, Edoardo Rixi, ha rilanciato il commissariamento e l’accelerazione degli interventi. Ma il Governo, al di à delle dichiarazioni generiche, non sembra ancora con le idee chiare. Il Pd, anche se appare cauto a parole, sappiamo che sarebbe favorevole alla gestione straordinaria , commissariale e improntata alla massima velocità. Una linea che troverebbe il favore anche dei partiti dell’opposizione di centrodestra. Ma l’ostacolo maggiore viene dalle titubanze dei grillini che vorrebbero la revoca delle concessioni alle società autostradali, al di là della complessa e interminabile vicenda giudiziaria che si aprirebbe con i Benetton e con i Gavio e poi sono particolarmente cautelosi con gli interventi in margine alle grandi opere infrastrutturali, un tema che ha caratterizzato nel giro degli ultimi anni le loro polemiche contro tutti governi, di tutte le coalizioni, che si sono succeduti negli ultimi anni. Inoltre, anche se i temi non sembrano omologhi alle problematiche che vengono dai danni del maltempo, sono in contro scontri all’interno dell’esecutivi su diversi argomenti, dal decreto cosiddetto “salva stati” dell’Ue sino alle riforme giudiziarie e processuali intorno alla prescrizione. Su tutto, negli ultimi giorni, a complicare i rapporti tra gli alleati si è aggiunta l’indagine giudiziaria di Firenze su Matteo Renzi e sulla finanziaria che supporta il suo movimento. Qualcuno osserverà che sono argomenti che c’entrano poco o nulla sui disastri delle strutture di comunicazione frutto del maltempo e di eventuali trascuratezze, ma in realtà oggi tutto è da considerarsi “frenante” in un momento politico di estrema fragilità dei partiti, un discorso che vale sia per chi è al governo, sia per chi resta all’opposizione. Nel frattempo la “nostra” Liguria resta prigioniera di una trappola diabolica. Domani, a quanto annunciato, si riaprirà il viadotto superstite della A6. Si viaggerà su una sola corsia nei due sensi di marcia. Ci saranno code ossessionanti, ma almeno si sbloccherà in parte un varco da e verso il Nord Italia. Si spera in una ripresa della A26, ma molto dipenderà dall’indagine della magistratura che non sembra intenzionata a fare sconti, visti i pericoli incombenti. Da parte del gruppo Gavio, concessionario della A6, si promette di poter ripristinare la normalità entro quattro mesi. Ma sarà possibile? E per la a26, tratta più moderna, preferita da molti, cosa si potrà fare? E quanto potrà reggere all’aumento del traffico la “vecchia” Camionale, diventata ormai l’asse portante delle comunicazioni? Genova era alla vigilia d’uno scatto di reni per l’economia portuale: dovrà pagare un prezzo assurdo e ingiusto? Ma a questo punto dovrà muoversi il governo, visto che sul territorio istituzioni, imprese e politica sono d’accordo pe procedere a testa bassa? Ci vogliono subito fondi ingenti e regimi commissariali straordinari.                                                                             

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