Liguria, via libera alla caccia ai fringuelli: scontro tra Regione e ambientalisti
di R.S.
In un comunicato congiunto, ENPA, Italia Nostra, LAC, LAV, Lipu, LNDC e WWF definiscono la delibera “una barbarie ingiustificabile"
La Regione Liguria ha autorizzato l’abbattimento di oltre 30mila uccelli protetti, scatenando l’indignazione delle associazioni ambientaliste. Con la delibera n. 335, approvata il 10 luglio scorso, la giunta regionale ha dato il via libera alla caccia “in deroga” a 25.984 fringuelli e 11.058 storni, dal 1° ottobre al 16 novembre 2025, in tutto il territorio regionale. Una decisione che ha sollevato immediate proteste, soprattutto perché queste specie sono tutelate dalla normativa nazionale e comunitaria.
La delibera giustifica l’intervento con motivazioni singolari: tra i riferimenti inseriti nel testo compaiono Dante Alighieri, Giosuè Carducci e persino Pellegrino Artusi, in un tentativo di legare la caccia al patrimonio culturale e gastronomico della regione. Si parla di “piatti tradizionali della cucina rurale ligure”, di “folclore” e persino di un presunto contributo alla lotta al dissesto idrogeologico attraverso la rivitalizzazione della ruralità.
Le reazioni delle associazioni ambientaliste non si sono fatte attendere. In un comunicato congiunto, ENPA, Italia Nostra, LAC, LAV, Lipu, LNDC e WWF definiscono la delibera “una barbarie ingiustificabile sotto ogni punto di vista”, sottolineando l'assurdità delle motivazioni riportate. “Mai si erano visti dei ricettari di cucina adottati a motivazione di un atto amministrativo”, si legge nella nota diffusa dalla Lega Abolizione Caccia. “Un fringuello pesa meno della cartuccia usata per ucciderlo: è una crudeltà che non ha nulla a che fare con la cultura o la tradizione”.
Già a febbraio, le associazioni avevano chiesto un incontro con il presidente della Regione, Marco Bucci, per discutere della questione, ma non hanno mai ricevuto risposta. In quell’occasione avevano contestato le motivazioni “forzate e surreali” alla base della richiesta di deroga presentata all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), senza ottenere risposte soddisfacenti.
Sul piano legale, la questione è tutt’altro che chiusa. Le associazioni ricordano che l’Italia è già stata condannata quattro volte dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, tra il 2008 e il 2011, proprio per pratiche abusive legate alla caccia in deroga, con la Liguria tra le regioni coinvolte. Più recentemente, la Commissione europea ha ribadito, in una nota indirizzata al ministero dell’Ambiente, che le deroghe non possono essere giustificate da tradizioni culturali o gastronomiche.
"Vogliamo davvero esporci nuovamente a una procedura d’infrazione europea – si chiedono dalla Lega Abolizione Caccia – facendo pagare ai cittadini i costi di scelte che servono solo a chi si diverte a sparare ai fringuelli per gioco?”
La polemica è destinata a proseguire, mentre si attende la risposta di ISPRA sull’autorizzazione definitiva.
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