Liguria protagonista nella caccia alle materie rare: ripartono le esplorazioni minerarie in Italia

di Stefano Rissetto

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La nostra regione, insieme con il Piemonte, sarà interessata da sondaggi preliminari per l’individuazione di giacimenti di rame, manganese e grafite

Liguria protagonista nella caccia alle materie rare: ripartono le esplorazioni minerarie in Italia

La Liguria entra ufficialmente nella mappa delle regioni italiane coinvolte nel nuovo programma nazionale di esplorazione mineraria, dedicato alla ricerca di materie prime rare e strategiche per l’economia e la transizione ecologica. Il via libera al piano è stato recentemente dato dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica, che ha approvato 14 progetti distribuiti in tutto il Paese, con un investimento iniziale di 3,5 milioni di euro destinato a indagini non invasive.

Nel Nord-Ovest, la Liguria, insieme al Piemonte, sarà interessata da sondaggi preliminari per l’individuazione di giacimenti di rame, manganese e grafite, materie prime fondamentali per le industrie tecnologiche e green. In particolare, le ofioliti liguri – antiche rocce ultramafiche tipiche della regione – saranno oggetto di studi avanzati che utilizzano tecnologie di telerilevamento, rilievi geologici e geofisici, e l’impiego di software di intelligenza artificiale, con l’obiettivo di definire con precisione il potenziale minerario senza ricorrere ancora a sondaggi invasivi.

Le ricerche in Liguria si inseriscono in un quadro nazionale ampio che interessa diverse altre regioni: dal Nord-Est con fluorite, barite e terre rare nelle Alpi Meridionali, al Centro Italia, dove Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Marche concentreranno le indagini su litio, antimonio e magnesio. Nel Sud, la Campania e la Calabria saranno al centro delle ricerche per litio, feldspati e grafite, mentre la Sardegna – storica terra di miniere – tornerà a essere un punto chiave per minerali industriali e metalli preziosi.

Il Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria, sviluppato dall’Ispra e sostenuto dai ministeri dell’Ambiente e dell’Industria, rappresenta una tappa fondamentale per rendere l’Italia più autonoma nel reperimento di risorse essenziali, in un momento segnato da tensioni geopolitiche e crescenti esigenze di sostenibilità.

Per ora, le attività saranno limitate a indagini indirette, con eventuali perforazioni e sondaggi diretti previsti solo in una fase successiva, qualora i dati preliminari lo giustifichino.

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