Liguria, parte la raccolta delle olive: prevista un'annata di alta qualità
di Redazione
Anche con il maltempo, l'olio ligure è un'eccellenza. "Tutelare l'olio locale dalle oscillazioni di prezzo e le contraffazione", chiede Coldiretti
Il maltempo che ad inizio ottobre ha flagellato la Liguria, in particolare il Ponente, ha giocato un brutto tiro alla produzione di olive liguri, ma per l'annata 2020-2021 si prevede comunque un olio eccellente.
A dirlo è Coldiretti, che in occasione dell'inizio della campagna olivicola 2020-2021 ha tracciato il quadro complessivo della olivicoltura in Liguria. Il nubifragio di inizio ottobre, arrivato a pochi giorni dall'inizio della raccolta, ha provocato perdite fino al 30% in Val Nervia, in provincia di Imperia, una delle zone più importanti per la coltivazione ligure. Tuttavia, sottolinea Coldiretti, le condizioni climatiche favorevoli e una buona fioritura nella primavera/estate 2020 hanno permesso agli ulivi di arrivare in forma alla raccolta, garantendo un olio di alta qualità.
“Il maltempo ha riservato un tiro mancino alla produzione di quest’anno – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa – che poteva essere di gran lunga superiore a quella 2019, anno di scarica condizionato, inoltre, negativamente dal clima. Ma, se la quantità sarà, in alcune zone, inferiore alle aspettative, la qualità dell’olio ligure non è assolutamente messa in discussione, grazie al grande lavoro dei nostri imprenditori, che continuano a portare avanti tale coltura millenaria, nonostante le difficoltà generate dal cambiamento climatico in atto, e da un anno molto complicato per i commerci a causa della pandemia".
Coldiretti sottolinea l'importanza di tutelare la specificità dell'olio ligure, un prodotto eccellente ma con alti costi di produzione per gli operatori, difendendolo dalle oscillazioni di prezzo e da contraffazioni e concorrenza estera. "Per sostenere il lavoro dei nostri olivicoltori, oltre a garantire per il consumatore tracciabilità e sicurezza alimentare, sono fondamentali, e devono continuare ad essere incentivati, progetti di filiera virtuosi, che assicurino la sostenibilità della produzione con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti. Ad oggi quindi risultano fondamentali accordi come il Patto di filiera dell’Olio DOP Riviera Ligure, che salvaguarda i produttori dalle oscillazioni di prezzo legate alle annate di carica e scarica, permettendo di dare stabilità all’intero comparto, favorirne lo sviluppo e garantire la possibilità per le imprese di sostenere i fortissimi costi di produzione della nostra regione".
La sezione ligure di Coldiretti, infine, sostiene il riconoscimento del marchio Dop per uno dei prodotti simbolo della produzione ligure, l'oliva taggiasca. "Stiamo portando avanti, la battaglia a difesa dalla concorrenza estera di una delle nostre olive simbolo, l’oliva taggiasca per la quale è fondamentale vederle riconosciuto il marchio della DOP, in modo da poterla legare indissolubilmente al suo territorio d'origine, evitare quel furto d’identità che troppo spesso accade e avere una garanzia maggiore in materia di trasparenza e tracciabilità anche appunto dell’oliva.”
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