Liguria in giallo ma incombono nuovi rischi

di Paolo Lingua

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Liguria in giallo ma incombono nuovi rischi

A essere obiettivi (e lo ha affermato anche il presidente della Liguria, Giovanni Toti), l’obbligo del tampone, per accedere a locali al chiuso, anche ha chi dispone già del “green pass”, è forse eccessivo e non premia chi s’è dato subito da fare per completare la terza vaccinazione. Perché se il “green pass” è una spinta a vaccinarsi anche nei confronti8 dei dubbiosi, la nuova norma finisce per spegnere gli entusiasmi. Questa è una delle prime considerazioni che emergono osservando le nuovo disposizioni per il periodo che va da Natale a Capodanno, in particolare per le regioni che sono state trasferite (come la Liguria) in zona gialla. Le differenze di trattamento e dei comportamenti obbligati non sono poi troppo vistosi e, in particolare, cambiano in poco o nulla i comportamenti di chi ha il “green pass”.

Semmai le restrizioni – per accesso a ristoranti, palestre, piscine, cinema, teatri, ecc. – riguardano i non vaccinati: in questo caso il tampone non basta più. Di qui la spinta (psicologicamente azzeccata) per spingere per la vaccinazione soprattutto quella parte della popolazione che non ha fatto ancora la prima. Eppure, perché poi questo è il vero problema, dal momento che la diffusione in incremento del virus riguarda il 90% di non vaccinati, basta controllare le statistiche degli ospedali e delle Asl. I vaccinati colpiti dal Covid sono o con manifestazioni leggere oppure hanno altre forme pregresse di malattia.  E, in effetti, la confusa e contraddittoria area del movimento “no vax”, da tempo sembra aver perduto forza e capacità di convincere l’opinione pubblica.

Resta però un fatto al quale le autorità sanitarie e il governo cercano di porre rimedio: il vaccino funziona, ma i contagi aumentano. Alò punto tale che si teme per l’immediato periodo dopo le festività di finire addirittura in zona arancione. Il che vuol dire il forte rischio di tornare a limiti di movimento anche sul lavoro o nelle scuole, nonché con blocchi di partecipazione di attività ludiche al chiuso.  E questo viene giudicato, a tutti i livelli, con preoccupazione perché, anche sulla base di dati europei e internazionali, l’economia italiana sembra quella in migliori condizioni alla vigilia della tanto sospirata ripresa.

Sulla base comunque delle regole decollate oggi per la zona gialla, le restrizioni riguardano in particolare i non vaccinati di tutte le fasce d’età. In pratica, si punta a un Natale tutto sommato nell’ambito della normalità, con l’obbligo dell’uso della mascherina all’aperto e l’invito a evitare ogni forma gratuita di assembramento . Certo, non mancano le preoccupazioni degli operatori economici, ma è indubbio che si arriverà a un ridimensio0namento dei potenziali affari per discoteche e locali notturni. Ma subiranno flessioni anche cinema e teatri. Il turismo sembrerebbe reggere, anche se molti alberghi hanno ricevuto qualche disdetta. Ma, con l’incremento della pandemia, in particolare nell’area ligure dell’estremo ponente, era un esito scontato. Inutile farsi illusioni.              

La sensazione diffusa comunque è che il Natale, sia in questi ultimi giorni di acquisti, sia per i cenoni che per tradizione si svolgono prevalentemente in famiglia, non si prevedano grossi problemi, così come dovrebbe alleggerirsi la situazione scolastica in generale con l’inizio delle vacanze che dovrebbero durare almeno due settimane, se non qualche giorno di più. Un tema quest’ultimo assai delicato perché negli ultimi giorni erano cresciuti i casi di Covid con le chiusure e intere classi e il ritorno obbligato alla Dad. E’ proprio la didattica a distanza la realtà che non sono scolari e studenti, ma anche insegnanti e presidi temono, perché è un grosso limite al ritorno alla vita scolastica normale. La questione scolastica infatti è uno dei punti più delicati su cui s’addensano i dubbi e le incertezze delle istituzioni.

Tra l’altro, proprio in Liguria, sempre nell’estremo ponente abbiamo avuto nei giorni scorsi molte chiusure. Di qui la corsa alla vaccinazione dei giovani e dei bambini dai 5 anni in su. Per la Liguria, la provincia di Imperia (e, in parte, anche quella di Savona) resta la preoccupazione pi§ grave. E’ basso l’indice di vaccinazione, in particolare nella rete dei piccoli comuni dell’entroterra. Inoltre, il passaggio continuo (e fisiologico) lungo la frontiere da e per la Francia accentua in maniera esponenziale, tenendo presente che laggiù i controlli sono più laschi e che tutta la Provenza ha un elevato standard di crescita esponenziale dei contagi. La provincia di Imperia rischia, magari da gennaio, di diventare in molti comuni una zona rossa.

Ma, per completare l’analisi di questo delicato periodo di passaggio, nel quale il governo e le regioni puntano a tenere  la situazione sotto controllo, senza creare troppi danni all’economia, in particolare turistica, dopo il disastro economico dell’anno scorso, occorrerà capire come si svolgeranno le feste di Capodanno che sono quasi sempre localizzate in locali pubblici dove non è facile tenere le situazioni sotto controllo, in particolare dove soi svolgeranno le manifestazioni dei più giovani, Certamente i non vaccinati non potranno accedere ai locali chiusi, ma non sempre sarà possibile tenere tutto sotto controllo. In passato ci sono stati fin troppi episodi allarmanti. Inoltre il Capodanno  ha una componente più “libera” rispetto al Natale che è più familiare.  Il Capodanno presenta rischi maggiori di assembramento. Anche in questo caso si conoscono già disdette di cenoni, ma in particolare da parte di clientela più adulta e matura che evidentemente si è preoccupata. La scommessa è sui giovani, ma sono scommesse che poi ricadono su tutti.