Liguria, ecco come cambierà la sanità nei prossimi anni
di Matteo Angeli
4 min, 35 sec
Il Pnrr cambierà le carte in tavola. "Sanità, territorio e servizi sociali nella Liguria dei prossimi anni” il titolo del convegno di Telenord
"Sanità, territorio e servizi sociali nella Liguria dei prossimi anni” è il titolo del convegno che si è tenuto questa mattina, organizzato da Telenord, a cui hanno preso parte il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il presidente di Anci Liguria e Sindaco di Genova Marco Bucci, il presidente di Federsanità Anci Liguria e direttore generale dell’Asl 3 Genovese Luigi Carlo Bottaro, il coordinatore della Struttura di missione della sanità ligure Giuseppe Profiti, l'assessore regionale alle Politiche sociali Ilaria Cavo, il direttore generale di Anci Liguria Pierluigi Vinai e i direttori generali delle Asl liguri.
“Già prima del Pnrr sanità e sociale erano integrati grazie all’azione coordinata di Federsanità e Anci, che hanno creato un modello di collaborazione diretta con i Sindaci nell’effettuazione del tracciamento, dei tamponi, offrendo sedi e supporto, insieme alle pubbliche assistenze, per le vaccinazioni dei cittadini – afferma il presidente di Federsanità Anci Liguria Luigi Carlo Bottaro – Il sindaco di fatto oggi è riconosciuto come il titolare, all’interno del comune, della sanità. Fino a poco tempo fa i sindaci e la sanità erano abbastanza scollegati. Questa opera di Federsanità e Anci assieme ha fatto sì che, ad esempio nel primo periodo pandemico, questa fosse una squadra unica nell’interesse delle comunità locali. Ora, che all’interno del Pnrr decidiamo insieme, sotto l’egida della Regione, cosa fare e come farlo sul territorio, è fondamentale che questo rapporto, già solido, si consolidi ancora di più”.
“La sanità è quel luogo in cui i cittadini trovano risposte quando sono malati, il sociale è un’enorme gamma di servizi che i comuni rendono attraverso risorse provenienti dallo Stato, dalla Regione e dai propri bilanci, che spesso non bastano a coprire interamente le necessità delle comunità locali – afferma il direttore generale di Anci Liguria Pierluigi Vinai – Ora con il Pnrr proviamo a fare un passo in avanti, per far sì che sanità e sociale diano una risposta integrata ai bisogni reali dei cittadini”.
Una delle battaglie che le amministrazioni locali possono vincere è quella contro gli scorretti stili di vita dei cittadini, utilizzando l’arma della prevenzione. “E’ importante che le amministrazioni pubbliche rivolgano la giusta attenzione nei confronti delle malattie croniche non trasmissibili come il diabete – sottolinea il presidente di Anci Liguria e sindaco di Genova Marco Bucci – Una battaglia che va vinta con corretti stili di vita, messaggi giusti e aiuti adeguati che devono giungere dalle amministrazioni locali”.
“Il modello per l’integrazione sarà quello delle case di comunità, che diventeranno il momento di cerniera e raccordo forte tra il servizio sanitario e il servizio sociale e assistenziale – afferma l’assessore alle Politiche sociali della Regione Liguria Ilaria Cavo – le case di comunità permetteranno il punto unico di accesso che permetterà alle persone di avere un riferimento per essere prese in carico a tutto tondo, per le proprie esigenze sanitarie e sociali, soprattutto quando ci riferiamo ad anziani, minori e condizioni di fragilità che meritano la presa in carico da parte di una équipe medico, infermieristica e assistenziale integrata”.
Il coordinatore della Struttura di missione della sanità ligure Giuseppe Profiti ha precisato che la Liguria avrà a a disposizione circa 189 milioni dal Pnrr che saranno destinati attraverso misure di carattere differenziato “con filo rosso comune la necessità di spostarci dall'’ospedale al territorio, dialogandone con gli interlocutori principali, ovvero i Sindaci”.
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha sottolineato la necessità di non valutare il Pnrr e i prossimi 5 anni di riforme come qualcosa fatto di mattoni e grandi attrezzature, ma considerarlo anche come un grande momento di sviluppo del fattore umano: “Quando parliamo di medicina del territorio parliamo certo di strutture, di cablatura delle città, di fibre ottiche, di telemedicina, di capacità di teleconsulto tra i medici del territorio ma poi ci vogliono regole che consentano di rimettere tutto questo in filiera”, ha affermato Toti.
Nel corso del convegno, sono state evidenziate le buone pratiche di integrazione sociosanitaria messe in campo dalle Asl, come quella tra il comune e la Breast unit dell’ospedale di Sanremo (Asl 1), che vede la collaborazione di personale sanitario e volontari della LILT nella diagnosi della patologia mammaria; il reparto di comunità dell’ospedale di Cairo Montenotte (Asl 2), a gestione infermieristica, esperienza prototipale dell’ospedale di comunità; il reparto della Casa della salute di Quarto (Genova) dedicato allo scompenso cardiaco (Asl 3); l’infermiere di famiglia e di comunità a Cicagna, un servizio domiciliare a disposizione delle persone over 65 residenti nei comuni dell’entroterra (Asl 4); la COT, Centrale Operativa Territoriale dell’Asl 5, in cui operano medici di medicina generale e assistenti sociali, per consentire la permanenza al domicilio di anziani e disabili e la presa in carico integrata e globale della persona, dalla segnalazione al monitoraggio.
“Siamo molto fiduciosi riguardo alla sanità ligure dei prossimi anni – conclude il segretario generale di Federsanità Anci Liguria Luca Petralia – Abbiamo trovato sui territori ottimi esempi di sanità, di integrazione sociosanitaria, in alcuni casi addirittura di anticipo delle attività previste dalle missioni 5 e 6 del Pnrr”.
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