Genova: abrogazione abuso di ufficio, Procura solleva questione di legittimità costituzionale
di Redazione
L’obiettivo è chiarire se l'abrogazione possa influire sul giudizio di responsabilità per gli imputati
La procura di Genova ha sollevato la questione di legittimità costituzionale in relazione all'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, durante l'udienza preliminare a carico di 12 persone coinvolte nell'inchiesta sui concorsi truccati alla facoltà di Giurisprudenza dell'ateneo genovese.
Legittimità costituzionale – La richiesta della procura di sollevare la questione di legittimità costituzionale è un passaggio cruciale nell’inchiesta che vede accusati 12 docenti e funzionari universitari. L’obiettivo è chiarire se l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, introdotta da recenti riforme, possa influire sul giudizio di responsabilità per gli imputati. La decisione finale su questa richiesta è stata rinviata al prossimo 15 gennaio, quando il giudice per l'udienza preliminare ascolterà le difese.
Accuse – Gli imputati sono accusati di vari reati tra cui falso, abuso d'ufficio, accesso abusivo a sistema informatico e traffico di influenze illecite. Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza, sono nate a seguito di un ricorso al Tar presentato da una candidata esclusa da un concorso per ricercatore in Diritto tributario. Il concorso, vinto dal figlio di Pasquale Costanzo, docente emerito di Diritto costituzionale, era stato ritenuto irregolare dal tribunale amministrativo.
Le indagini – Secondo la ricostruzione della procura, i concorsi banditi presso l’Università di Genova sarebbero stati manipolati, con i bandi adattati alle esigenze di candidati già predestinati a vincere. La vicenda ha coinvolto figure di rilievo accademico, tra cui Lara Trucco, ex prorettrice agli Affari generali e legali, e Pasquale Costanzo, professore ormai in pensione. Tra gli altri accusati figurano anche Vincenzo Sciarabba, professore associato di Diritto costituzionale, e Remo Dominici, docente di Diritto tributario.
Arresti domiciliari – L'inchiesta ha già portato all'applicazione di misure cautelari. I magistrati ritengono che, attraverso l'influenza su bandi e concorsi, gli imputati avrebbero cercato di garantire incarichi a persone a loro vicine, in violazione delle normative di trasparenza e correttezza.
Le difese – Gli imputati si dichiarano estranei ai fatti e sono assistiti da un team di avvocati, tra cui Nicola Scodnik, Maurizio Mascia, Gennaro Velle e Massimo Ceresa Gastaldo. Durante l'udienza, le difese hanno contestato le accuse e chiesto l'assoluzione per i propri assistiti. La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dal pubblico ministero Francesco Cardona Albini, il quale ha sostenuto la necessità di processare i responsabili di quelle che definisce "irregolarità gravi" nei concorsi.
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