Letteratura, addio a Ernesto Franco: a novembre un libro inedito di poesie, i funerali il 13 settembre a Boccadasse
di Redazione
Scomparso a 68 anni dopo aver fatto la storia dell'editrice Einaudi, ha lasciato "Lontano io", testamento letterario in versi
Saranno a Genova, venerdì 13 settembre alle 11.30, alla Parrocchia di Sant'Antonio in Boccadasse, i funerali di Ernesto Franco. L'ultimo saluto al direttore editoriale di più lungo corso di tutta la storia dell'Einaudi, sarà nella città in cui era nato l'11 agosto 1956 e dove è morto il 10 settembre, a 68 anni.
Sul sito dell'Einaudi la redazione ricorda "la sua autorità naturale, la sua amicizia, la capacità di ascolto e di valutare i talenti piccoli o grandi di tutti, l'allegria e l'ironia nei momenti giusti. E quel che vale per i rapporti interni vale anche con gli autori e i collaboratori, con cui ha sempre mantenuto un vivacissimo sodalizio intellettuale e umano formatosi e durato nel tempo".
Scrittore e poeta oltre che grande e raffinato signore dell'editoria, Franco ha dedicato a Genova anche i suoi ultimi versi che affiorano dal silenzio, non nascondono le ferite e vogliono fare i conti con l'insensatezza del nulla: "ma non è mancanza / tutto ciò che fa esistenza?". Il 12 novembre uscirà postumo Lontano io (pp 100, euro 11, Collezione Poesia Einaudi) dove in brevi versi, animati da metamorfosi sonore, troviamo il ritratto di una Genova lontana, stretta fra terra e mare, che dà il via a un dialogo con l'altro da sé, con gli amori perduti, con il fantasma dell'assenza.
La poesia di Ernesto Franco "nasce intorno a un vuoto, prende forma dal sentimento di una mancanza, dalla percezione di incolmabili distanze: si è lontani da una città, da un amore, dagli altri, di fatto da sé stessi" spiega la presentazione. Nella prima parte della raccolta Genova è scomposta nella sua essenza: una lama affilata dal vento, dove risuonano brandelli di conversazioni perdute. Nelle sezioni successive, le schermaglie amorose, l'ossidarsi dei ricordi, l'amarezza degli addii definiscono una cifra poetica consapevole di quanto lo scacco sia una condizione normale dell'esistenza, ma anche un vuoto che accoglie, non una reale sconfitta. E poi, una poesia più lunga, l'unica davvero drammatica della raccolta: il monologo di una donna che sta morendo, chiede aiuto, accusa, non capisce cosa stia succedendo.
Il 15 ottobre torna invece in libreria, in Einaudi Et Scrittori, lo struggente racconto per voce sola, Usodimare (pp 72, euro 10) dove troviamo l'equipaggio del capitano Pepe Usodimare, discendente di una stirpe di eroi nati dalla fantasia di Melville, Conrad o Pratt, lanciato in una misteriosa ricerca: trovare qualcosa che Nenè, una donna a cui il capitano è legato da momenti sbagliati, ha nascosto. Si tratta di un tesoro o forse soltanto della confessione di un amore? Per venirne a capo Usodimare ha solo il tempo sospeso di un ultimo viaggio. Ma la rotta del vecchio mercantile, una balena meccanica dove tutto può ancora accadere, è piena di imprevisti, di insidie, miraggi e pirati. C'è un destino da accettare, per la nave e per il marinaio.
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