Legge finanziaria, quali vantaggi per l'Italia e la Liguria?

di Paolo Lingua

3 min, 21 sec
Legge finanziaria, quali vantaggi per l'Italia e la Liguria?

Difficile dare un  giudizio di sintesi alla legge finanziaria che, più o meno varata dal Governo, dovrebbe andare alle Camere dove potrebbero emergere delle modificazioni volute dia da parte del Pd, sia da parte del M5s. Il giudizio, non politico, ma tecnico e da parte di economisti non coinvolti come persone di parte, è che, come altre volte in passato, si sia dato un colpo al cerchio e uno alla botte. E forse non era possibile diversamente. Ci sono aumenti di “piccole tasse” su prodotti di consumo e su attività minori per consentire il recupero di piccole cifre nei salari dei dipendenti con redditi più bassi, blocchi per evitar l’incremento dell’ Iva, il provvedimento che sarebbe stato più impopolare.

Si cerca di salvare “quota 100” per le pensioni, con grande fatica. Aumenterà in termini accettabili (da parte di una Ue molto diffidente ma che cerca una soluzione mediata) il debito pubblico per non “sforare” nelle spese del sociale.  Siamo nel meccanismo storico dei compromessi minimi. Se c’è però un aspetto che manca e che, per molti aspetti, era estraneo alle operazioni di microcontabilità , questo riguarda la politica del via libera alla grandi imprese pubbliche. Era forse il passaggio, che non rientra nello stretto conteggio del bilancio dello Stato, perché coinvolge anche investimenti di privati e che troverebbe il sostegno della stessa Ue, che tutti si aspettavano. Un passaggio che troverebbe favorevoli sia il mondo dell’impresa (industria, artigianato0 e commercio) sia quello sindacale: una prospettiva che vedrebbe investimenti, effetti collaterali e complementari positivi, incremento dei posti di lavoro e distribuzione della ricchezza e del benessere nazionale. L’effetto frenante, come è noto, viene in gran parte dal M5s, da sempre ostile alle grandi opere pubbliche, soprattutto quelle che riguardano le infrastrutture. Basterebbe pensare alla linea ferroviaria Lione – Torino o alla Gronda ligure (ma ce ne sono altre sparse in tutta Italia).

Il Pd, tutto sommato legato al mondo imprenditoriale e sindacale, sarebbe nettamente favorevole ma, al tempo stesso, per evitare la caduta dell’esecutivo, è alla affannosa ricerca d’una mediazione accettabile per entrambe le parti, proprio per guadagnare tempo nei confronti d’una rottura politica che però sembra scritta nel libro del destino, anche perché i grillini, spaccati al loro interno sulla leadership ormai affannosa di Di Maio, sembrano poco inclini a gestire le prossime elezioni regionali, da gennaio a maggio, in alleanza organica con il Pd. Per questo, per quel che riguarda la Liguria in particolare non mancano le domande inquietanti. Da questa manovra finanziaria che cosa uscirà? Una accelerazione per la Tav e per la ricostruzione del ponte? La realizzazione della Gronda senza complicazioni e ritardi?  Ci saranno fondi per i progetti di potenziamento del porto di Genova? E quale sarà la sorte di aziende legate agli investimenti pubblici come la Piaggio o la ex Ilva? Non sono quesiti gratuiti o da poco, mentre si avvicinano i giorni della prova elettorale della Regione: Il centrodestro unito, nelle ultime ore, sembrava decisamente più forte, proprio mentre il presidente Toti conta di strappare altri esponenti di Forza Italia nell’area di Mara Carfagna  che ieri ha polemizzato (e a ragione) contro Forza Italia che si è astenuta, non certo gloriosamente, riguardo al caso della senatrice Segre, un episodio assai poco glorioso per tutto il centrodestra. Però Toti, che appare da sempre assai gradito a Salvini, a questo proposito appare, come liberaldemocratico, assai lontano0 dalla nuova linea “tutta a destra” dello schieramento che pure si annuncia  foriero di successi elettorali. Non sarà facile inserire la componente moderata, democratica ed europeista in una struttura sovranista e populista. Insomma i due grandi schieramenti sono attraversati da crisi, incertezze e contraddizioni. Per questo potrebbe crescere nel Paese la diffidenza della politica in generale. Una prospettiva tutt’altro che felice.