Le vere vittime della crisi della Carige
di Paolo Lingua
3 min, 14 sec
Il Punto di Paolo Lingua
Che il vicepremier Di Maio , come del resto accade al ministro Toninelli, faccia sovente confusione con le cose e con le persone e non abbia un’idea chiara di eventi anche relativi a un passato neppur troppo remoto, è cosa nota. Le gaffes sono numerose. Il discorso vale anche per la recente sortita pubblica suoi presunti “colpevoli” della crisi della banca Carige, ma è corretto operare dei distinguo, perché la vicenda non è ancora delle più chiare e trasparenti. Di Maio, facendo riferimento alla complessa crisi dell’istituto di credito che ormai si trascina da oltre cinque anni, da quando sono esplose le indagini giudiziarie sulla vecchia gestione di Giovanni Berneschi. Di Maio ha fatto, come si suole dire, “di tutt’erba un fascio”, come sempre poco informato, ottenendo reazioni stizzite, se non violente, nonché minacce di querele, come nel caso del presidente del Genoa Enrico Preziosi.
Ma, nel contesto della denuncia “moralistica”, peculiare del DNA dei “grillini”, ci sono elementi che hanno creato non pochi elementi di riflessione. I vertici della Carige hanno “mediato” con non pochi grossi e “pesanti” creditori rientri e recuperi con tagli pesanti. Molti hanno patteggiato rientri anche del 50% del debito contratto. Non solo: quando si è voltata pagina dalla gestione Berneschi i vertici tecnici della banca (ne sono stati vorticosamente cambiati quattro in cinque anni) hanno continuato a chiedere agli azionisti aumenti di capitale per contenere i “buchi” dei conti della banca per centinaia di milioni. Questo spiega il silenzio corrucciato dell’azionista di riferimento la Malacalza Investimenti e lo stato di irritazione degli azionisti di rilievo anche se di peso minore dei Malacalza. L’ attuale reggenza di commissari, nominati dalla Bce, nel corso della drammatica assemblea del 22 dicembre, s’era impegnata a chiarire errori tecnico o, anche altro di tipo di responsabilità, delle passate gestioni, errori che avevano portato a identificare “buchi” di molte centinaia di milioni. Ma tutti sono in attesa di capire un quadro chiarificatore della situazione.
Le associazione dei piccoli azionisti insistono a chiedere chiarimenti. Vale la pena di dire la verità sino in fondo: gli errori (per non dire peggio) di concessione di credito a imprenditori che non sono riusciti a rientrare o hanno patteggiato parziali rientri hanno creato i “vuoti” che sono stati pagati sino a ora dai piccoli azionisti che hanno visto ridotti a carta straccia i loro risparmi, sovente frutto delle liquidazioni. Una vecchia politica della Carige era quella di invogliare i risparmiatori a investire in azioni della banca che offrivano rendite molto forti, apparentemente più appetibili di altre forme di investimento. Il crollo del titolo ha praticamente azzerato questi risparmi che sono serviti, di fatto, a risanare, in parte, i crediti delle grosse imprese o comunque degli operatori “big” che, in un modo o nell’altro, se la sono cavata patteggiando rientri e debiti. A spese di chi invece ci ha rimesso i propri risparmi. In questa chiave forse ma rimessa in campo la sortita del vicepremier Di Maio. Occorre individuare responsabilità e colpe allo scopo, nei limiti in cui è possibile, di rifondere i danni ai “piccoli” che a Genova sono stati rovinati un po’ come è accaduto in altre banche “regionali” (Toscana, Emilia, Marche, Veneto, ecc.) devastate negli anni scorsi da crisi di gestione e di responsabilità politiche. Chi non ha pagato, chi ha responsabilità di gravi errori di gestione, malafede a parte, dovrebbe essere obbligato a trovare una strada per rimborsare chi non ha avuto alcuna colpa nel crollo della Carige, anzi in buona fede a aveva contribuito ad arricchirla con i propri risparmi. Ci sono responsabilità dirette e indirette che hanno finito per colpire anche gli azionisti di riferimento intervenuti per salvare la banca. I nodi dunque stanno venendo al pettine e si potrebbero aprire nuove azioni giudiziarie. Il tutto nell’attesa di capire quale sarà l’avvenire immediato della Carige e quali saranno le proposte concrete per farla uscire da un percorso tormentato.
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