L'assurdità della circoncisione in casa
di Paolo Lingua
2 min, 40 sec
Nel volgere di meno di due mesi siamo arrivati in Italia a tre neonati morti per interventi di circoncisione in casa, effettuati da chi non ha alcuna preparazione medica. L’ultimo caso a Genova. Vale la pena di sottolineare che ormai, nella cultura dei paesi occidentali, ma nell’antichità anche nel mondo romano e greco, tale pratica non era considerata dalla medicina, ma era peculiare del mondo ebraico e medio-orientale. Tanto è vero che la festa del Capodanno , anche cattolico, è il ricordo della circoncisione di Gesù Cristo effettuata da un esperto rabbino. La religione ebraica mantiene ancor oggi questo costume, ma sempre con un controllo medico specialistico, tanto è vero che non si sono mai verificati incidenti.
Il problema è il mondo africano e delle popolazioni più arretrate dove è ancora in voga il sistema di intervento a livello familiare. Il che vuol dire il rischio di emorragie e di infezioni, queste ultimi provocate di fatto gratuitamente e inutilmente. Ma è difficile avere la meglio su pregiudizi e ignoranza. Come è noto la pratica della circoncisione è millenaria e deriva da una presunta esigenza igienica, sovente legata al clima e ad abitudini di specifici territori. In Africa, accanto alla circoncisione ci sono interventi in qualche maniera simili sull’apparato femminile, questi ancora più inutili e carichi di conseguenze negative per chi deve subirli. Ora la situazione sembra precipitare in paesi occidentali perché tali interventi sono incomprensibili, inutili e pericolosi. Le tragiche morti di neonati, per infezioni ed emorragie, ne sono la prova più evidente, ma non sono mancati episodi che se non hanno portato al decesso di chi ha subito gli interventi hanno comunque provocato non pochi danni alle vittime.
Il vero problema è convincere gli adulti a desistere da questi rituali barbarici e fuori tempo, con una informazione costante e parascientifica. Cosa non facile perché certe convinzioni sono radicate nella cultura e nella antropologia di molti popoli, soprattutto africani e, in parte, arabi. Ma, per il momento, basterebbe organizzare gli stessi interventi in ospedale, in clinica oppure farli controllare da associazioni assistenziali specializzate e addestrate. Operazione non facile perché non è agevole avvicinare gli immigrati e intervenire in maniera preventiva. Occorre, a questo punto, organizzare sistemi di informazione e di formazione per rimuovere rischi e tragedie, anche perché i protagonisti di questi rituali arcaici non sempre sono consapevoli dei rischi che corrono i neonati se affidati a mani assolutamente inadeguate a compiere l’intervento e che non prendono alcuna prevenzione . Nei paesi occidentali come l’Italia non eravamo abituati a situazioni drammatiche simili, inaccettabili da parte della nostra civiltà e della nostra cultura medico-sanitaria. L’immigrazione, soprattutto quella dai paesi africani in questi ultimi anni ha creato situazioni drammatiche inaccettabili. Gli interventi sulle ragazze, forse i più traumatici, sono stati in gran parte eliminati e contenuti. Ora emergono le conseguenze delle circoncisioni realizzate nell’abito familiare. Sembra di essere tornati ai tempi delle “mammane” e d’una cultura pre-scientifica che ci eravamo lasciati ormai alle spalle. Ma non sarà facile, come in altri casi, fare prevenzione perché occorrere superare superstizioni e pregiudizi atavici e non sempre gli immigrati riescono a integrarsi e a comprendere. Ma le morti assurde dei neonati non sono al tempo stesso accettabili dalla nostra civiltà e dalla nostra educazione.
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