Genova, area chiusa in via Carso per otto alberi pericolanti

di Carlotta Nicoletti

2 min, 5 sec

Telenord si era occupata il 17 ottobre della protesta dei residenti per installazione cabina Enel, con tanto di esposto in Procura

Genova, area chiusa in via Carso per otto alberi pericolanti

Mattinata di tensione a Largo Carso, sulle alture del Righi, dove i tecnici comunali hanno disposto la chiusura dell’area a causa di alcuni alberi pericolanti che rischiano di cadere. Sul posto sono intervenute le squadre della Direzione del Verde, che hanno transennato la zona per motivi di sicurezza. 

L'intervento si è reso necessario perché, secondo le prime ricostruzioni, le radici sono state recise durante i lavori in corso per la cabina Enel, ma al momento nessuna conferma ufficiale è arrivata dagli enti coinvolti.

Secondo indiscrezioni, sulla vicenda sarebbe stato aperto un fascicolo d’indagine per accertare eventuali responsabilità. L’avvocato Marzia Isnardi aveva presentato un esposto alla Procura di Genova denunciando presunte irregolarità nella realizzazione della cabina elettrica Enel all’interno del Parco Urbano delle Mura, area protetta soggetta a vincoli paesaggistici. Secondo l’esposto, i lavori avrebbero comportato scavi e abbattimenti non autorizzati, danneggiando alberi secolari e le mura storiche seicentesche. L’opera, destinata a uso privato, sarebbe stata approvata in contrasto con la normativa urbanistica e senza valutazioni ambientali adeguate. L’avvocata continua a chiedere alla Procura di verificare eventuali illeciti penali e danni ambientali.

Nel frattempo la zona resta interdetta al passaggio di pedoni e veicoli, in attesa delle verifiche di stabilità e delle decisioni delle autorità competenti.

Telenord si era occupata il 17 ottobre (leggi qui e guarda video) della protesta dei residenti per installazione cabina Enel, con tanto di esposto in Procura.

La protesta - In una nota, firmata da oltre venti associazioni, i cittadini denunciano che, dopo le promesse di incontro e aggiornamenti dello scorso agosto, non è arrivata alcuna risposta, neppure dopo ripetuti solleciti.

Numerosi frequentatori dell’area — tra cui famiglie, sportivi e genitori dei bambini che frequentano i campi da tennis — hanno espresso forte dissenso per la cementificazione del parco, temendo effetti sull’ambiente e sulla salute, legati alle onde elettromagnetiche e al rumore della cabina.

I comitati chiedono trasparenza e verifiche immediate, segnalando diversi punti ancora oscuri: mancano le autorizzazioni per gli scavi, non è chiaro il ruolo di Enel nel progetto, e sarebbero state indicate specie arboree diverse da quelle realmente presenti, tra cui i lecci, vincolati e non sostituibili.

«Noi cittadini chiediamo solo che le istituzioni facciano la loro parte – si legge nella nota firmata da oltre venti associazioni e comitati –. Serve chiarezza, controllo e rispetto delle norme: il Parco delle Mura va tutelato, non cementificato».

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