La Rete di Trieste anche a Genova: cinque punti per fare politica 'dal basso'

di Redazione

Si tratta di 14 proposte che verranno presentate al Comune e alla Regione

Sono cinque i primi punti su cui gli amministratori della Rete di Trieste hanno iniziato a confrontarsi e che verranno presentati in tutta Italia entro il mese di luglio. Al centro la partecipazione democratica dei cittadini, le politiche giovanili, il welfare territoriale, la transizione ecologica e la tutela del territorio e lo sviluppo delle aree interne.

Cos'è la Rete di Trieste - Si tratta di un network di amministratori locali di ispirazione cattolica nato a margine della Settimana Sociale, con l’obiettivo di promuovere un nuovo modo di fare politica: “dal basso” e “dal di dentro” della quotidianità dei territori si presenta e lo fa convocando decine e decine di conferenze stampa che copriranno le province del Paese presentando il primo documento programmatico “trasversale” degli amministratori locali in Italia.

Costituita a febbraio 2025, la Rete conta oggi circa 1.000 fra amministratori ed ex amministratori che in questi giorni si stanno dando appuntamento in diverse città italiane per presentare la loro piattaforma programmatica costruita dal basso. L’obiettivo è l’elaborazione di una proposta politica trasversale, disponibile ad essere adottata dalle amministrazioni locali così come dai partiti e dalle forze civiche.

“L’ambizione che ci anima -sottolineano i primi aderenti alla Rete a Genova insieme al portavoce nazionale della Rete Francesco Russo, vicepresidente del consiglio regionale FVG - non è quella di intervenire sul sistema dei partiti, ma di provare prima di tutto a rilanciare la partecipazione cambiando il modo stesso di far politica. E vogliamo provare a modificare radicalmente lo stile e l’agenda politica del Paese, dimostrando che ci possono essere temi condivisi anche fra diversi schieramenti. Pensiamo che i cattolici possano tornare davvero protagonisti del dibattito pubblico in Italia, attraverso amministratori capaci di rimettere al centro i bisogni delle persone e delle comunità. Per questo la “Rete di Trieste” non nasce per creare un nuovo micropartito o di animare correnti interne a quelli esistenti, ma vuole rendere evidente quanto decisivo sia ancora oggi il contributo dei cattolici e della Dottrina Sociale alla vita del Paese”.


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