La lunga strada della ripresa economica

di Paolo Lingua

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La lunga strada della ripresa economica

Il premier Mario Draghi ha annunciato ieri che l’economia per il prossimo anno crescerà oltre il 6%. Anzi ci si aspetta un indice superiore. Considerata la abituale prudenza del Presidente del Consiglio, occorre coglier ela notizia con ottimismo. Nel frattempo, dopo aver ottenuto una sintesi tra i partiti che sostengono l’esecutivo, decollerà la legge finanziaria. Che, a sua volta, prevede una prima ondata di riforme di cui il nostro Paese da tempo ha bisogno e che l’Europa chiede, senza alcuna ambiguità, per proseguire nell’azione di finanziamento della nostra economia. Vediamo di considerare alcuni aspetti. La prima, e più complicata questione. Riguarda la riforma pensionistica. Draghi ha trovato la mediazione tra la Lega e i partiti del centrosinistra, spostando al prossimo anno la cosiddetta “quota 102”, anche per superare le opposizioni dei sindacati.

Ma la sua logica trova difficoltà di opposizione. Occorre prolungare l’attività lavorativa (anche in funzione dell’allungamento della vita) e puntare su una pensione che risponda alla dimensione dei reali versamenti. Semmai, gli elementi da rivalutare sono quelli che riguardano i lavori troppo pesanti che richiedono un pensionamento anteriore ai previsti 67 anni. Ovvero i lavori usuranti, sui quali insistono le organizzazioni  sindacali. Comunque occorre predisporre, tramite l’Inps, un sistema che garantisca il livello pensionistico in via definitiva. Perché metterà le future generazioni in grado di non essere a carico di chi lavora (figli, parenti, ecc.). L’aspetto sociale e previdenziale andrà associato, sempre secondo Draghi, al taglio delle tasse: in termini sociali (ovvero su chi lavora e su chi opera in economia) sarà una spinta alla ripresa della produzione e quindi dell’occupazione. Si era parlato all’inizio d’un impegno di bilancio di 8 miliardi che poi sono diventati 12, proprio al fine di scommettere sulla scelta strategica.

C’è poi un altro elemento che è stato e  che (per non pochi aspetti) resta ancora oggetto di discussione, vale a dire il “reddito di cittadinanza”. Si tratta di un punto quasi “ideologico” che caratterizza la linea politica del M5s, ma sul quale il centrodestra e i moderati sono all’opposizione, con molti aspetti dubbiosi anche da parte del Pd. In effetti, il provvedimento sociale che dovrebbe sostenere coloro i quali sono senza lavoro ha poi messo in luce molti aspetti negativi. Intanto, con scoperte ogni giorno della Guardia di Finanza, sono emerse migliaia di casi di chi ha ottenuto illecitamente, e con false dichiarazioni, questo beneficio. Non solo: in particolare nel Mezzogiorno molti esponenti della malavita e delle associazioni mafiose ne hanno goduto. IL che ha portato a un incremento del lavoro “in nero” a chi comunque gode dell’assegno.

C’è chi sostiene che occorre spingere all’incremento dell’economia e quindi dei posti di lavoro, piuttosto che puntare su interventi assistenziali fini a se stessi.  Il “reddito di cittadinanza” sarà quindi mantenuto, ma con controlli più severi e regole più restrittive. Ma l’aspetto determinante della legge mdi bilancio riguarderà gli interventi di ripresa economica, quelli che darann9o il via agli investimenti e, di conseguenza, alle assunzioni. La pandemia ha fatto perdere molti posti di lavoro, molti dei quali non facili da recuperare  (stranieri, servizi intermedi, attività terziarie in difficile ripresa). Molto si attenderà da quello che verrà dalla ripresa delle grandi opere pubbliche. Soltanto in Liguria, c’è molta attesa per interventi che riguardano la ripresa edella vita portuale a cominciare da ristrutturazioni strategiche come la realizzazione della diga foranea da spostare a mare per la quale si annunciano importanti finanziamenti.  Da queste opere di spera in una diverso disegno dell’economia del nostro Paese.