La Liguria cerca di contrastare la peste suina, il vice presidente regionale Piana: "Dobbiamo tenere alta la guardia"
di Lorenzo Aluigi
"Il monitoraggio dei risultati delle attività che stiamo portando avanti consentirà di valutarne l’efficacia e conseguentemente predisporre eventuali correttivi dando piena disponibilità ad un tavolo di confronto”
“La sospensione dell’efficacia della classificazione di area contigua del Parco di Portofino con deliberazione della Giunta Regionale n.1348/2022 risponde all’esigenza prioritaria di ottemperare agli obiettivi di riduzione della popolazione di cinghiali fissati dal Piano nazionale di sorveglianza per la peste suina africana (PSA) e dal PRIU (Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie cinghiale). Non si può con una mano lamentarsi della presenza di ungulati e con l’altra non consentire il prelievo venatorio del cinghiale dove è richiesto. E non si tratta di un regalo ai cacciatori, come dichiarato nella nota del consigliere Ugolini, che peraltro sin dalle fasi embrionali della PSA si sono resi disponibili tra i volontari per il monitoraggio”. È il commento del vicepresidente con delega ai Parchi Alessandro Piana, in risposta ai consiglieri Luca Garibaldi e Paolo Ugolini in Consiglio.
“Questo areale, sito nella zona soggetta a restrizioni I (Area di sorveglianza), è caratterizzato da una rilevante concentrazione di cinghiali che si spingono sino alle limitrofe aree urbane, tanto da ricevere richieste quotidiane, da Sindaci, Cittadini, Forze di Polizia e Associazioni di categoria, di interventi di controllo a tutela della pubblica incolumità e delle attività agrosilvopastorali - prosegue Piana - Nelle aree contigue ai Parchi, ricordo che l’attività venatoria è consentita in tutte le forme e su qualunque specie cacciabile, ai soli cacciatori residenti nei Comuni in cui il territorio è interessato (Camogli, Portofino, e Santa Margherita Ligure). Una limitazione che renderebbe irrisorio il prelievo per il progressivo calo del numero di cacciatori e per le braccate e girate ridotte all’interno dell’area contigua oltre alle complicazioni della PSA. Le locali squadre, ormai composte in buona parte da cacciatori non residenti nei Comuni del Parco e delle aree contigue, si vedevano costrette ad operare solo in territori esterni alle aree contigue senza garantire appieno la continuità e la massima efficacia degli interventi. In più, questo areale non rappresenta un particolare pregio faunistico e non riveste un significativo interesse venatorio (non vi è presenza di lepre, nessuna unità di gestione per la caccia di selezione del capriolo o del daino, non vi vengono fatte immissioni di fauna stanziale come starne, fagiani o pernici rosse)".
"Dobbiamo tenere alta la guardia - conclude Piana - siamo nella fase del depopolamento, proseguono gli incessanti incontri con tutti i soggetti coinvolti, così come continuano e si rafforzano le istanze mirate a Roma per avere risorse e mezzi che ci permettano di eradicare la peste suina africana e le relative criticità sanitarie che si riflettono inevitabilmente sull’attività venatoria. Nei prossimi giorni mi recherò personalmente dal Ministro Lollobrigida. Il monitoraggio dei risultati delle attività che stiamo portando avanti consentirà di valutarne l’efficacia e conseguentemente predisporre eventuali correttivi dando piena disponibilità ad un tavolo di confronto”.
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