La giunta regionale: più complicata del previsto

di Paolo Lingua

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La giunta regionale: più complicata del previsto

Giovanni Toti ha avuto fin troppa fortuna alle elezioni regionali. E così tutti i partiti della maggioranza vogliono entrare in giunta. E i conti,  anche in un clima di vacche grasse, non sempre tornano. Toti ha vinto nettamente anche con la sua lista “Cambiamo!” e quindi punta a confermare tutti i suoi assessori. Ma deve fare i conti con la delusione della Lega arrivata seconda, ma che però preme per conservare le posizioni precedenti, ovvero  la presidenza  dell’assemblea e la vicepresidenza della giunta. Ma alle spalle premono però Fratelli d’Italia che hanno triplicato i loro voti e vorrebbero un secondo assessore. E qui i conti si fanno certamente complessi. Non solo: Forza Italia non è uscita bene dal voto e ha rimediato un solo seggio. Toti contava di lasciare fuori il partito dalla giunta, magari affidandogli la presidenza d’una importante commissione. Una soluzione che non piace a Fratelli d’Italia, tanto è vero che, a quanto parte, sarebbe intervenuto addirittura Berlusconi per chiedere un assessorato.  A questo punto la giunta si gonfierebbe fuori di misura e non ci staremmo più con i numeri, considerato che, a quanto ancora confermato dallo stesso Toti, il presidente conserverebbe per sé la delega della sanità, pare supportato da una squadra di tecnici. In parole povere, ancora una vota, come del resto è già avvenuto in passato un po’ con tutte le giunte, la situazione è ancora complessa. La questione, oltre che tecnica, è soprattutto politica. E’ chiaro che la Lega, in parte delusa dal risultato, punta a una rivincita grazie alla gestione del territorio nei prossimi anni. Fratelli d’Italia, in crescita dappertutto sul territorio nazionale, puntano a consolidarsi in una regione come la Liguria che, tradizionalmente, non è mai stata loro favorevole. Infine c’è la delusine di Forza Italia, certamente depauperata in Liguria, dalla lista di Toti e che è rimasta con un solo consigliere regionale, perdendo consensi anche nelle aree liguri (il Ponente e il Tigullio) dove in passato ha sempre raccolto molti suffragi. Su tutta la vicenda si sovrappone l’ambizione politica di Toti che, dopo la vittoria, è tornato a sognare di dar vita a un movimento nazionale liberale e moderato che assorbe, di fatto, quello che resta di Forza Italia. Ma sulla strada Toti ha ancora Berlusconi che non intende abdicare, così come il “cerchio magico” dei suoi fedelissimi che non hanno alcuna simpatia per Toti. La vicenda del coronavirus blocca per ora convegni nazionali e inizative pubbliche. Ma è indubbio che Toti, anche pensando alle prossime elezioni amministrative (più che in Liguria, a livello nazionale con molti capoluoghi di regione in ballo) non intenda demordere, forte del successo ligure che però potrebbe alla lunga dimostrasi un limite localistico più che una forza nazionale. Per ora Toti ha agganciato la Carfagna, ma certamente non basterà per le sue ambizioni, tanto è vero che negli ultimi tempi il presidente della Liguria ha accentuato la sua presenza nei talk show nazionali moltiplicando la sua comunicazione personale.