La fortuna aiuta i coraggiosi. Effetto Stankovic: uniti e convinti si vince

di Claudio Mangini

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La fortuna aiuta i coraggiosi. Effetto Stankovic: uniti e convinti si vince

Anche Sinisa Mihajlovic, nove anni fa, quando arrivò sulla panchina della Sampdoria da quella della Nazionale serba, centrò la sua prima vittoria alla terza partita. L’accostamento, ovviamente, non è casuale: Dejan Stankovic considera Sinisa un fratello maggiore e una fonte d’ispirazione. Entrambi serbi, entrambi provenienti da un incarico molto importante nella patria d’origine (la nazionale allora, la Stella Rossa adesso), entrambi con caratteri forti e la voglia di trasmettere uno spirito che rappresenti un plus alla squadra di cui provano a risollevare le sorti.

La Sampdoria, alla terza con Stankovic in panca ha battuto l’Ascoli dopo una serie (e una sofferenza) infinita ai rigori. E alla terza in campionato è andata a strappare una vittoria meritata contro la Cremonese proprio per lo sforzo fatto e la volontà di non mollare mai e una crescita progressiva dopo un primo tempo a tratti addirittura in balia dell’avversaria e 60 minuti complessivi a remare controcorrente. Prima vittoria stagionale, primo break contro un’avversaria diretta (finora ko contro Salernitana, Verona, Spezia e Monza), primo successo esterno da marzo scorso (Venezia). Gli eroi di giornata sono tre, e questa è, naturalmente, una semplificazione. Ma fino a un certo punto, soprattutto nel caso del primo. Emil Audero ha ritrovato l’arbitro, Maresca, con cui, mesi fa, ha impresso una svolta alla propria carriera e ottenuto un’iniezione di autostima ricostituente. Un rigore contro come nel derby di fine stagione scorsa contro il Genoa, una parata-salvezza allora e una nuova fiducia. Adesso un rigore contro, una partita che vale il campionato, anche se era solo l’undicesima giornata, una parata (e poi tante altre) che ferma la Cremonese e mette la prima pietra per il sorpasso.

Audero ha detto che Stankovic ha saputo toccare le corde giuste nello spogliatoio durante l’intervallo. Lo ha detto sapendo che è vero solo in parte. Perché hanno pesato, e molto, anche gli aggiustamenti tattici. La vittoria contro la Cremonese non vale la salvezza, ma una sconfitta poteva valere già mezza retrocessione. I tre punti mandano i blucerchiati dall’ultima alla terzultima posizione, permettono di mettersi due squadre (Cremonese e Verona) alle spalle, di avvicinare il Lecce accorciando la classifica. Stankovic ha saputo toccare le corde giuste giocando sull’orgoglio e la fiducia in se stessi dei suoi giocatori, ma ha anche saputo correggere in corsa il modulo di gioco portandolo da un 4-2-3-1 molto sbilanciato (cinque i giocatori offensivi in campo: Caputo, Sabiri, Pussetto, Djuricic e Verre) e poco efficace a un 3-5-2 molto più equilibrato e funzionale.  

Questa capacità di vedere i problemi in campo e risolverli in fretta è un grande pregio del nuovo allenatore. E qui la citazione è d’obbligo per gli altri due eroi di giornata: Omar Colley, che ha festeggiato il compleanno con una zampata da 3 punti, e Yepes, l’eterno talento in attesa di chance importanti, lodatissimo in estate ma poi ospite fisso in panchina, frenato nella sua carriera da qualche chilo di meno, che però trova contraltare in senso della posizione, capacità di filtro e visione di gioco. Importante, dunque, negli equilibri della Sampdoria che, da sofferente, si è trasformata nell’ultima mezz’ora in arrembante e infine vincente. Il quarto che merita una citazione è Gabbiadini, che sta recuperando, fra inevitabili alti e bassi, da un infortunio pesante. Si è mangiato un gol clamoroso, ma ha fornito l’assist vincente a Colley. Va bene così.

Questa Sampdoria ha mostrato ancora una volta un colpo d’occhio straordinario dei tremila tifosi che hanno affrontato la trasferta. Un tifo da brividi. Tifo e sofferenza anche per i membri del Cda in tribuna, che stanno lavorando per un’altra salvezza, con Marco Lanna che non ha resistito e alla fine era in campo a festeggiare la squadra. Dietro l’angolo c’è l’Inter e sarà una partita da far tremare i polsi. «Ci penserò, adesso fatemi godere questa gioia», ha detto Stankovic, che affronta nuovamente un altro incrocio col suo (luminoso) passato di calciatore. Alla tattica penserà e certamente farà tesoro di quelle correzioni in corsa che ha dovuto via via apportare per dare alla Sampdoria i giusti equilibri a Cremona. Dopo l’Inter, seconda trasferta consecutiva, la Sampdoria affronterà la Fiorentina in casa, il Torino nuovamente in trasferta e, prima della lunga sosta mondiale, un’altra partita fondamentale, quella con il Lecce. Ma, appunto, Dejan Stankovic tocca altri tasti. Come l’unità squadra-pubblico: «Sembrava di giocare in casa. Il pubblico è da 10 e so che lo sarà fino alla fine. Tutti spettacolari, in campo e fuori». E l’atteggiamento: «Sì, ci sono stati errori. Puoi sbagliare ma non mollare. Anch’io, quando giocavo, ne facevo, in certe partite. Ma l’importante è non sbagliare atteggiamento. E stavolta contava vincere. Ma devi rispettarla, la fortuna, e lei ti premia».

Il campionato della Sampdoria è (ri)cominciato.