La confusione della politica

di Paolo Lingua

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La confusione della politica

L’Italia, dal punto di vista politico, resta sempre un paese anomalo. Il governo Draghi, in particolari per le decisioni strategiche assunte ai vertici dell’esecutivo, procede con ragionevolezza e con sicurezza e, per la prima volta in Italia, ha un vasto prestigio in Europa e comunque a livello internazionale. Ma i partiti che, per forza di cose, lo sostengono, quando si muovono al di fuori delle scelte strategiche istituzionali, cadono nelle risse e nella confusione. Un comportamento diffuso che fa rimpiangere, a tutti i livelli la cosiddetta Prima Repubblica, quando alla fin dei conti era logico decidere dopo i confronti “al caminetto” e dividere i posti di potere e responsabilità sulla base del “manuale Cencelli”.

Anche al livello delle scelte più ciniche e spregiudicate c’era una logica, magari non sempre corretta, ma certamente più abile e consapevole. Oggi le posizioni dei partiti – vale per la destra come per la sinistra – sono protese alla ricerca del favore “di pancia”, giocando su slogan o proposte propagandistiche. In questa fossa cade spessa, magari poi cercando di recuperare sul piano più razionale, Matteo Salvini. Ma anche il Pd prova, sia pure più cauto, proposte-slogan che quasi sempre poi vengono ritirate. Fratelli d’Italia gioca sul fatto d’essere l’unico partito all’opposizione per recuperare residui di consensi, ma poi continua a puntare all’alleanza generale. Berlusconi punta al centrodestra unito e Salvini lo vuole solo federato.  Inoltre, proprio in Liguria, alla vigilia delle elezioni amministrative, abbiamo assistito alla frattura interna nel centrodestra tra il movimento di Costa (sottosegretario alla salute) e Lupi e Forza Italia, spaccati nelle candidature e negli schieramenti per il rinnovo del comune di Savona. Una scelta che probabilmente si ripeterà a Genova e alla Spezia la prossima primavera.

 Ma al di là dei dissidi più noti ed evidenti, il “caso critico” per eccellenza resta quello delM5s. Se non accadranno miracoli nei prossimi giorni, si è alla vigilia, anche se non si capisce bene con quali modalità, della spaccatura del M5s tra seguaci dell’ex premier Giuseppe Conte  e quelli del “padre fondatore” Beppe Grillo. Tra i due sono corsi insulti e ingiurie difficilmente recuperabili, nonostante i tentativi di Luigi Di Maio di mediare sino ai limiti dell’impossibile. Lo sbandamento del movimento, in particolare tra senatori e deputati, è ai limiti della deflagrazione e arriva a coinvolgere anche il sostegno al governo Draghi. Si litiga anche su come far votare i sostenitori: chi cerca di recuperare la piattaforma Rousseau, chi la rifiuta e punta su un’altra base informatica.  I sondaggi danno ancora un certo quoziente al movimento, ma sono difficili le previsioni se ci sarà una divisione a due, se non addirittura a tre.

Quello che potrà avvenire non è chiaro, forse neppure nella mente dei protagonisti del confuso dissidio, una condizione che ha bloccato la vita del partito al vertice romano ma che ha creato un caos ancora maggiore nelle periferie, bloccate in un procedimento per molti aspetti contradditorio alla vigilia delle elezioni amministrative. Una situazione che ha messo in imbarazzo anche il Pd che oscilla tra puntare su candidati della propria area e candidati di scegliere in accordo  con il M5s e i partitini della sinistra, a loro volta in agitazione. Al punto tale che nei giorni scorsi un leader dell’estrema sinistra l’on. Luca Pastorino ha espresso il proprio interesse per i potenziale partito di Conte (ancora da inventare), forse pensando alle elezioni amministrative del suo comune di Bogliasco al cui vertice sta puntando. Il segretario nazionale del Pd, Letta, ha anche espresso perplessità e dubbi su come di dovrà agire per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica, prevista per febbraio del prossimo anno. Mattarella ha già detto di no a un possibile secondo mandato, anche limitato nel tempo, come il suo predecessore. Molti partiti vorrebbero che Draghi restasse al suo posto sino al 2023. Ma per il momento sembrano tutte solo chiacchiere  da bar. L’incertezza è assoluta. Si naviga a vista: ma cosa si vede?