L’indisciplina (incosciente) degli italiani

di Paolo Lingua

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L’indisciplina (incosciente) degli italiani

Prendiamo con spirito positivo e un pizzico di ottimismo (ma con tanta, tanta prudenza) le ultime notizie che danno in discesa i contagi e i decessi, oltre che un piccolo alleggerimento della pressione sugli ospedali. Ma non illudiamoci di tornare dopo il 13 aprile alla normalità o quasi. Sarebbe un errore molto grave. Per passare a una “quasi” ripresa la curva dell’infezione da coronavirus deve scendere a livelli vicini allo zero, ma, anche in questo caso (ci vorranno comunque molte settimane), sarà necessaria la massima cautela per evitare ancor più pericolosi ritorni di focolai di infezione. Vedremo, nel volgere del passaggio da aprile a maggio, quali saranno le scelte del governo che sembra comunque orientato a procedere a piccoli passi. Ci sarà innanzitutto un percorso per la ripresa dell’industria e della macro economia.

Quali attività riprenderanno per prime? Quali saranno i settori ritenuti più importanti? E come sarà disciplinata la fila della stessa ripresa? Con quali priorità? Tutto questo non è ancora chiaro. Poi ci sono i passaggi, con impatto più diretto, sulla vita di tutti i giorni nei paesi e nelle città, vale a dire il commercio (in particolare quello al minuto) e l’artigianato. Ma ci sono anche molti aspetti del settore dell’agricoltura e dell’agroalimentare. Come riprenderà la nostra vita con i negozi che, via via, riapriranno? A questo punto si impatta con il ritorno al lavoro in tutti i settori. Si riempiranno, per forza, le strade ma come sarà il comportamento sociale prescritto dei cittadini? Distanze, mascherine, disinfezioni? E cosa accadrà quando riapriranno ristoranti, bar, trattorie, pizzerie e tutti gli altri tipi di ritrovo, teatri, cinema, balere e così via? E’ ovvio che non si potrà agire con una riapertura immediata e globale e che, sempre sulla base della metodologia che sino a ora ha ispirato il governo, si procederà per gradi. Ma il problema resta quello della scelta strategica di quali “gradi” passare di volta in volta e in che tempi e in che intervalli dare il via alle diverse attività. E’ fin troppo ovvio – specialmente nei settori “diretti” al pubblico del commercio e dell’artigianato – scatteranno, tramite le associazioni di categoria, non poche pressioni, avanzando le argomentazioni più disparate. E sono le pressioni del mondo economico in generale che si stanno muovendo ancora in questi giorni per capire quali saranno le mosse del governo. Ma in realtà non è possibile, per il momento, fare previsioni precise sino a che il calo della diffusione del coronavirus non sarà netto. Sino a che resteremo in questa condizione di flessione ancora lieve (e con le concentrazioni preoccupanti in Lombardia, del Piemonte, Emilia. Veneto e Marche), da parte del Governo non ci saranno decisioni nette.

Ma non mancano altre apprensioni non meno gravi. Ancora in questi giorni non sono mancate incoscienti sortite per strada in quasi tutta l’Italia. In vista di quelle che “erano” sino all’anno scorso le “vacanze di Pasqua”, ci sono già stati movimenti da molte regioni , in particolare quelle del Nord le più colpite dal virus, di cittadini che sono venuti a riaprire le “seconde case”. In Liguria abbiamo già avuto i primi allarmi con interventi delle forze di polizia e degli agenti municipali. Si tratta d’un vero pericolo perché se ci si sposta dalle regioni che sono caposaldo delle infezioni si rischiano non solo nuova infezioni ma soprattutto nuovi focolai. Le “sortite” all’insegna dell’anarchia nei confronti delle leggi e dei divieti è purtroppo uno dei più gravi difetti del nostro Paese.

C’è sempre una sottovalutazione del pericolo e una sorta di “fuga”, un desiderio di evasione che coinvolge sia l’area del Nord, sia quella del Sud e che accomuna, curiosamente, ceti abbienti e ceti popolari. E’ difficile contenere i giovani, ma anche le fasce di età media e gli anziani. La nostra è una tendenza “trasversale” alla disobbedienza e alla fiducia nella buona sorte. Questo comportamento non crea problemi solo nell’immediato, perché dovremo renderci conto che i comportamenti prudenti dovranno invece essere tenuti anche dopo la quasi scomparsa del virus. Le malattie non giocano ai dadi.