Israele-Iran, una donna dal bunker di un kibbutz: "Vogliamo la pace, ma come farla con chi pensa a cancellarci?"

di Stefano Rissetto

Angelica Edna Calò Livne: "Nello statuto di Hamas e nella Costituzione dell’Iran è prescritta la distruzione di Israele, quali allora i margini negoziali?"

Angelica Edna Calò Livne, israeliana di origine italiana, vive da anni in un kibbutz dove organizza attività culturali e didattiche. Ma adesso la sua vita trascorre nel bunker della sua abitazione, per via dei missili che dal 7 ottobre 2023 arrivano dal Libano e adesso anche dall'Iran. “Non posso fare pace con chi vuole cancellarci" dice in collegamento con Telenord.

Vivere sotto i missili - "Questo odio, questa propaganda molto spesso menzognera fanno Male. E i missili che arrivano senza posa? Io li sento tutti sul mio corpo, proprio mi fa male tutto per dirle qual è la sensazione fisica, oltre che la sensazione umana. Il nostro kibbutz è a un km dal Libano e praticamente da ottobre tutti i giorni abbiamo avuto missili fino a tre mesi fa. Finalmente io sono rimasta nel kibbutz perché mio marito ha un compito, ma il kibbutz era completamente evacuato. Eravamo qui solamente in 40 persone invece di 250. E tre mesi fa, con il cessate il fuoco, la gente del kibbutz è ritornata e in questo momento è di nuovo tutta nei bunker, nei miei rifugi, nei rifugi anti-missili".

I bambini sotto le sirene - "Ieri sono andata a trovare i miei nipotini che abitano nel centro di Israele. Guardate, ho un dolore, è un dolore senza fine. E devo dire la verità, i miei figli sono bravissimi, perché ieri abbiamo anche avuto l’allarme, siamo entrati nella stanza blindata con i bambini e loro hanno detto: “"Ricominciano i fuochi d’artificio?' Questo è quello che diciamo ai nostri bambini, perché la sirena ti fa gelare il sangue. Io sono qui per caso, perché il 7 ottobre era il mio kibbutz era uno dei bersagli. E non ci dimentichiamo che da metà ottobre Israele è sotto i missili degli Houthi, che bombardano tutti i giorni. Gli Houthi sono chiaramente alleati dell’Iran. Siamo stati per ben due volte sotto una pioggia di 1200 missili in una notte, un diluvio di missili. Per fortuna abbiamo Iron Dome, abbiamo Arrow, altrimenti Israele non ci sarebbe più. Voglio ricordare a tutti che sulla piazza principale di Teheran, piazza Palestina, c’è un display enorme dove c’è scritto quanti giorni mancano per la distruzione di Israele. Forse questo non si sa. Ma c’è anche nello statuto di Hamas e nella Costituzione dell’Iran che Israele deve essere distrutta".

La mia vita dedicata alla pace - "Io ho fondato 25 anni fa Bereshit Shalom, una fondazione per educare al dialogo. Lo insegno all’università, ho un teatro di ragazzi ebrei e arabi. Ma ieri mi hanno domandato: “Allora, perché non parliamo di pace?” Cari signori e signore, volete parlare di pace seduti nel salotto o mentre guardate la televisione? La pace si gusta. Scusate, ma questa è una cosa che mi fa un nodo alla gola, perché io ho dedicato la mia vita alla pace e al dialogo. Ma io non posso fare la pace con chi mi vuole cancellare dalla faccia della Terra. Ammettiamo pure che non me ne importa che cancelli me, ma se toccano i miei nipotini, se toccano i bambini del kibbutz, se fanno quello che hanno fatto — strangolare i bambini — io non posso stare zitta".

La verità sulla parola genocidio - "Ieri mi hanno invitato a un convegno sullo stupro come arma di guerra. Hanno parlato di tutto: della Sharia nel 1940, della Nigeria, della Bosnia. Nessuno ha ricordato il 7 ottobre. Dove ci hanno massacrato donne e bambine. Le hanno massacrate di stupro. Hanno trovato 40 DNA diversi su ogni ragazza al Festival della Pace. Quando ho detto: “Scusate, ma siamo impazziti?”, una ha risposto: “Perché non parliamo delle donne palestinesi a cui legano le gambe per farle partorire con le gambe chiuse?” Questa era una cosa che facevano i nazisti alle donne ebree. Ora usano le stesse cose che hanno fatto i nazisti agli ebrei per dire che Israele fa il genocidio. Il genocidio ce n’è stato uno, è quello che hanno fatto a noi".

Un appello all’Occidente - "Mentre ci sono ancora 53 ostaggi che marciscono sotto terra, torturati ogni giorno, nessun Paese è stato capace di dire: “Liberateli!” Io non smetterò mai di credere nella pace. Senza pace, non abbiamo speranza. Ma deve esserci un risveglio delle menti. La propaganda menzognera di Hamas ha inquinato le persone, le ha manipolate. Finché questa propaganda incanterà le menti, non ci sarà mai pace: saremo tutti in mano ai terroristi. I missili con testate nucleari possono arrivare fino a 4000 km: possono arrivare in Europa. Israele sta facendo un lavoro sporco anche per l’Europa."

La speranza nei bambini - "Allora, la speranza è questa: mentre andavo via, i miei nipotini mi hanno detto: “Nonna, è vero che anche dall’altra parte ci sono i bambini che soffrono, che hanno paura della sirena?” Anche dall’altra parte ci sono bambini che hanno paura delle sirene. E questa è la mia speranza: che i bambini vengano educati dappertutto come vengono educati in Israele. C’è una canzone che dice: “Sono nato per la pace.” Io la cantavo a mia figlia da piccola, e ora la canto ai miei nipotini".

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