Iperlavoro in Parlamento. Anche a Natale

di Paolo Lingua

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Il Punto di Paolo Lingua

Iperlavoro in Parlamento. Anche a Natale
Non ci sarà pace in Parlamento sino al 31 dicembre almeno. Lavori straordinari, discussioni, approvazioni, questioni delicate legate soprattutto alla legge di bilancio che dovrà essere passata al vaglio delle autorità dell’Europa e per la quale è in corso un confronto serrato che vede al centro del dibattito il presidente del consiglio Conte, al quale i due vicepresidenti, sorta di nuovi consoli del potere reale attuale, Salvini e Di Maio, hanno affidato l’ingrato ruolo di mediatore. C’è un po’ di nervosismo in Parlamento tra deputati e senatori, poco abituati alle camere aperte nelle vacanze di Natale, nonché nelle stanze della burocrazia apicale del nostro Governo. Ma, dati i ritardi delle leggi, i rischi di modifiche delle normative e di doppie votazioni nel caso di recuperi in extremis, i parlamentari italiani sono chiamati agli straordinari. E’, diciamolo in camera caritatis, un po’ un sistema che piace agli attuali alleati in Governo, in particolare al M5s, in questo accanito populista, che conta di far rilevare all’opinione pubblica come, con il nuovo sistema, deputati e senatori non si possono concedere vacanze oziose, ma devono essere “al servizio” della collettività senza privilegi. Lasciamo però da parte  questa discussione che non conduce da nessuna parte, perché è propaganda pura e per molti aspetti pre-elettorale, visto che ormai viviamo, di semestre in semestre, di propaganda in vista di nuovi passaggi alle urne, siano essi amministrativi locali, nazionali o addirittura di livello europeo. La chiusura del dibattito sulle normative di bilancio, da concordare, piaccia o no, a livello dell’UE, passa attraverso la questione dell’indice del rapporto con il Pil (l’ormai famoso 2,04%) e una serie di interventi che riguardano le pensioni (il rapporto 100 tra anni di versamenti ed età anagrafica), il cosiddetto “reddito di cittadinanza” (che vede favorevoli quelli del M5s e dubbiosi per non dire contrari gli esponenti della Lega) che potrebbe decollare alla vigilia delle elezioni europee, per non parlare del retori e d elettorale slogan pre-elettorale dei tagli alle cosiddette “pensioni d’oro” che però hanno già subito infinite modificazioni per ridurre l’azione di quasi certi ricorsi alla Corte Costituzionale. E’ indubbio, al di là della ostentata dimostrazione di laboriosità legislativa, che sul Governo si allungano le ombre di un dialogo sempre più difficile tra i due alleati. La Lega è nettamente a favore della ripresa economica e delle grandi opere: recuperato il voto degli inquieti e dei “no” a tutti i costi, Salvini ha interesse a rastrellare il consenso dell’elettorato moderato per evitare un recupero di Forza Italia. Una linea del genere punta a tagliare gli spazi del M5s che rischia di ritrovarsi soltanto con il sostegno dell’ala più radicale. Il che potrebbe equivalere a un crollo dei suffragi. Questo spiega l’accanito dibattito sul reddito di cittadinanza che potrebbe portare appunto allo spostamento dei lavori parlamentari oltre le festività natalizie, giocando sul fatto che se dovrà puntare alla crisi, Salvini non avrà alcun interesse a far cadere il Governo nel giro di boa di Capodanno. Siamo dunque, al di là degli annunci e degli slogan ormai tutti i natura elettorale, a una complicata partita a scacchi nella quale, prima di giungere al “matto” finale, si deve cercare di tenere in piedi l’esecutivo perché un crollo in questo volgere di poche settimane porterebbe a esiti pesanti sul favore dell’opinione pubblica, anche se l’opposizione, in particolare un Pd spaccato in troppi gruppuscoli, non sembra per il momento un avversario consistente, mentre il centrodestra (Forza Italia e Fratelli d’Italia) sarebbe comunque recuperabile un domani per una alleanza più ampia con la leadership della Lega, sempre se resterà, come indicano i sondaggi, sui valori del 30%. Tutto dunque è sospeso, tutto dunque è rimandato anche se i provvedimenti, soprattutto la parte economica, trovano solo oltre che opposizioni, dubbi e critiche in particolare da parte degli addetti ai lavori. Siamo in un periodo di transizione e occorre tenere, anche come semplici cittadini, i nervi saldi, senza perdere di vista gli obiettivi concreti e determinanti del sistema Italia.

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