Intelligenza artificiale e sensori mobili: così Trento studia calore urbano e inquinamento per città più vivibili

di R.S.

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Intelligenza artificiale e sensori mobili: così Trento studia calore urbano e inquinamento per città più vivibili

In un’epoca in cui le città devono fronteggiare sempre più spesso le conseguenze del cambiamento climatico, dalla Fondazione Bruno Kessler (FBK) arriva un progetto che unisce dati ambientali, reti neurali e tecnologia sensoristica per costruire strumenti avanzati di monitoraggio urbano.

L’iniziativa, sviluppata a Trento, è partita con la mappatura delle cosiddette “isole di calore urbane”, ovvero le aree cittadine in cui le temperature sono più elevate rispetto alle zone circostanti. Utilizzando immagini satellitari dei programmi Landsat e Sentinel, i ricercatori dell’unità 3DOM hanno stimato la temperatura superficiale del suolo (LST), integrando i dati con informazioni raccolte da sensori mobili e stazioni meteo presenti in città.

Dalle immagini satellitari all’intelligenza artificiale - Ora il progetto entra in una fase più ambiziosa. In collaborazione con l’unità MTSD del centro Sensors & Devices di FBK, il focus si allarga: oltre al calore, si studiano anche le concentrazioni degli inquinanti atmosferici, come ozono, biossido di azoto e monossido di carbonio.

Grazie a sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, addestrati su dati raccolti da voli aerei con sensori a infrarossi, il team è riuscito a trasformare le immagini satellitari in mappe termiche estremamente dettagliate, con una risoluzione al metro. Un grande salto in avanti rispetto ai 30 metri delle tradizionali rilevazioni.

“Abbiamo integrato una varietà di dati, dalle caratteristiche del suolo alla copertura vegetale, per restituire una mappa realistica della temperatura dell’aria percepita nelle zone urbane”, spiega Raniero Beber, ricercatore di FBK. “È uno strumento fondamentale per individuare aree vulnerabili e guidare le scelte urbanistiche future”.

Inquinamento atmosferico: misurare meglio per capire di più - Il progetto mira ora a incrociare le mappe termiche con quelle della qualità dell’aria. Per farlo, partirà una nuova campagna di rilevamento con dispositivi mobili sviluppati internamente da FBK, capaci di misurare in tempo reale la concentrazione degli inquinanti su scala locale.

“Le immagini satellitari forniscono dati troppo generici per descrivere le variazioni dell’inquinamento all’interno di una città”, chiarisce Andrea Gaiardo, ricercatore dell’unità MTSD. “I nostri sensori permetteranno di costruire una mappa ad alta risoluzione, molto più precisa e utile per la pianificazione urbana”.

Anche in questo caso, l’intelligenza artificiale svolge un ruolo chiave: elaborerà i dati raccolti per generare modelli affidabili, che potranno essere sovrapposti alle mappe del calore urbano per offrire una visione integrata dei due fenomeni.

Soluzioni concrete per città più fresche e sane - Le informazioni ottenute saranno fondamentali per orientare le politiche urbane verso azioni concrete di mitigazione. Tra le strategie più efficaci già al vaglio: il de-paving (rimozione di superfici asfaltate inutili), l’impiego di materiali a basso assorbimento termico, l’installazione di tetti verdi e l’uso di superfici evaporanti. Tutti interventi in grado di abbassare le temperature locali e migliorare la qualità dell’aria.

Il progetto, che fa parte dell’iniziativa europea USAGE per l’uso avanzato dei dati geospaziali in chiave climatica, rappresenta un esempio virtuoso di come la sinergia tra competenze tecnologiche e ambientali possa tradursi in strumenti operativi per rendere le città più resilienti, sostenibili e pronte ad affrontare le sfide del clima che cambia.

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