Inchiesta Comune, l'affondo di Piciocchi: "Non si smantelli la Polizia Locale"

di M.C.

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L’ex vicesindaco e candidato del centrodestra commenta sui social l’inchiesta su Gambino e polizia locale, rivendica i risultati ottenuti e accusa la sindaca di giudizi sommari

Inchiesta Comune, l'affondo di Piciocchi: "Non si smantelli la Polizia Locale"

"Quanto accaduto mi ha lasciato sgomento e, dopo attenta riflessione, vorrei proporre alcune osservazioni". Inizia così il lungo post pubblicato ieri sera sui social da Pietro Piciocchi, ex vicesindaco di Genova, candidato del centrodestra alle recenti amministrative e oggi consigliere comunale di opposizione. Il riferimento è all’inchiesta che ha travolto l’ex assessore alla sicurezza Sergio Gambino, al comandante della polizia locale Gianluca Giurato e ad altri agenti, accusati a vario titolo di abusi e condotte irregolari nell’ambito della gestione dell’ordine pubblico.

Un grazie - Piciocchi esprime innanzitutto gratitudine alle due agenti della polizia locale che – secondo quanto emerso – si sono rivolte alla magistratura per segnalare quanto stava accadendo. "Sono state coraggiose – scrive – e fanno parte della stragrande maggioranza di donne e uomini del corpo che operano con disciplina e onore". Fiducia piena anche nella magistratura, che Piciocchi ringrazia espressamente. 

Difesa del nucleo - Piciocchi, poi, esprime alcune considerazioni più 'politiche'. Il primo punto riguarda il reparto sicurezza urbana, "un centinaio di agenti – ricorda – che in questi anni hanno operato soprattutto nel centro storico, contribuendo in modo decisivo al recupero di molte zone degradate". Piciocchi sottolinea che il nucleo ha sempre lavorato in sinergia con le altre forze dell’ordine e nel rispetto delle direttive del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. E lancia un monito: "Le condotte gravemente illecite di alcuni componenti non possono inficiare l’ottimo lavoro della maggioranza. Siamo risolutamente contrari a ogni ipotesi di smantellamento".
Nel mirino finisce la sindaca Silvia Salis, colpevole – secondo l’ex vicesindaco – di aver lasciato intendere l’intenzione di ridimensionare il ruolo della polizia locale nella sicurezza urbana. "Le sue parole mi preoccupano molto – scrive – perché significherebbe perdere il presidio del territorio in zone delicate. Bisognerebbe fare l’esatto opposto".

Basta lezioni morali - Il secondo capitolo del post è dedicato alla campagna elettorale. Piciocchi difende l’impostazione "corretta" tenuta dal centrodestra e respinge le accuse di aver alimentato un clima d’odio. "Sono stufo di sentire che abbiamo fatto solo attacchi personali. È falso. Io stesso sono stato oggetto di insulti gravi – racconta – e quando mi hanno definito coniglio riproduttore o parlato di lotta all’ultimo spermatozoo non ho fatto la vittima".
Poi accusa direttamente la sindaca Salis di non essersi mai dissociata da quelle offese, "pronunciate da candidati delle liste del PD". E conclude con un appello all’equità del giudizio pubblico: "Non ci possono essere due pesi e due misure. Anche nel mio caso sono state ferite persone che amo".

Accuse ingiuste all’amministrazione - Infine, la terza riflessione riguarda i rapporti con il personale comunale. "Ho avuto relazioni splendide con i dipendenti, sempre improntate al rispetto e alla valorizzazione delle competenze – rivendica Piciocchi – e ho ricevuto centinaia di messaggi di affetto che porto nel cuore". Per questo, Piciocchi respinge con forza quella che definisce una "generalizzazione" della sindaca, che avrebbe accusato la precedente amministrazione di aver “angariato e umiliato” i dipendenti. "È vero l’esatto contrario – replica – e anche in questo caso i comportamenti disgustosi di pochi non possono essere strumentalizzati politicamente".

Garantismo - Il post si chiude con un auspicio rivolto a Salis: "Chi si dice garantista a parole, lo sia anche nei fatti". 

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