Il Genoa si ispira all'Olanda di Cruijff, ma deve inchinarsi a Piccinini

di Gessi Adamoli

4 min, 4 sec

Oltre all'avversario, la squadra di Gilardino ha dovuto sfidare anche il destino

Il Genoa si ispira all'Olanda di Cruijff, ma deve inchinarsi a Piccinini
Una partita che sarà ricordata negli anni perché in questo Genoa Milan, conclusosi con un'immeritata sconfitta, c'è tutto dell'epica rossoblù con il Grifone che sfida oltre che l'avversario anche il destino. Il Genoa è Ettore eroe coraggioso, generoso e sfortunato al punto che il centravanti del Milan si infila la maglia del portiere e al minuto 104 si inventa la parata che salva il risultato. I tifosi genoani da quasi cent'anni sono in attesa che la ruota giri, ma sarà è sempre più difficile che accada almeno sino a quando non si combatterà ad armi pari.
 
Ma prima di passare alla sgradevole direzione di gara di Piccinini non si può non sottolineare come il Genoa, seppure in formazione largamente rimaneggiata, abbia tenuto botta alla squadra prima in classifica. Pioli pensava fosse una passeggiata e così, dopo Dortmund, ha fatto ricorso al turn over lasciando in panchina Leao, Pulisic, Giroud e Calabria. Ha capito però ben presto che se voleva provare a vincere la partita doveva schierare tutti i titolari. Di fronte aveva infatti un Genoa che non mollava un centimetro. Una squadra, intensa, determinata, coraggiosa. Insomma, il Genoa che piace ai tifosi. Ed è stupefacente come Gilardino abbia saputo gestire con grande perizia una situazione di emergenza. Come un grande chef che trova mezzo vuoto il frigorifero ma prepara ugualmente una grande cena. Che non potesse disporre di Messias l'ha appreso solo poche ore prima dell'inizio della partita eppure in campo è andata una squadra che sapeva perfettamente cosa fare e come muoversi. Il Genoa ha fatto esattamente la partita che si era prefissa, anche se non era semplice recitare a soggetto su un canovaccio che non era mai stato provato. Ovviamente con le dovute proporzioni, il Genoa sembrava la grande Olanda degli anni 70 senza ruoli fissi e con tutti giocatori universali. Gudmundsson, falsissimo nueve, ha provato a fare Cruyff e i difensori del Milan, che lo andavano a prendere a uomo anche quando era lontanissimo dalla porta, l'hanno randellato senza pietà. Il 4-5-1 iniziale prevedeva un tourbillon frenetico ma tutti si muovevano con un sincronismo quasi perfetto. Paradossalmente ha creato più problemi alla difesa del Milan questo schieramento che di fatto non prevedeva nemmeno un attaccante che non il 5-3-2 sul quale il Genoa si è rimodellato dopo l'ingresso di Ekuban (nel convulsissimo finale con dentro anche Puscas e modulo 4-3-3).
 
Non si può non sottolineare la crescita esponenziale di Vazquez, altro diamante grezzo valorizzato al meglio da Gilardino, prima di puntare i riflettori su Marco Piccinini, 40 anni, ingegnere edile ed arbitrio della sezione di Forlì. Ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare e casualmente in una direzione sola. Mi dispiace la reazione di Claudio Onofri che conosco come libero pensatore e proprio per questo dovrebbe accettare che anche gli altri possano avere un libero pensiero che non è necessario che collimi col suo. Come tutti noi è rimasto affezionato ad un romantico calcio in bianco e nero che non esiste più. Il regolamento cambia quasi ogni anno, quello attuale prevede che il tocco di mano, anche il più involontario, che prelude ad un gol comporti l'automatico annullamento del gol stesso. E' sbagliato il regolamento? Può darsi. Ma nell'anno di grazia 2023 il gol di Pulisic andava annullato. Senza se e senza ma.
 
Procediamo con ordine. Dopo pochi minuti Piccinini grazie Tomori che trattiene vistosamente Gudmundsson. Gli passa vicino e lo avverte: “Alla prossima ti ammonisco”. Passa qualche minuto e Tomori, nella metà campo genoana, abbatte Gudmundsson e anche in questo caso il richiamo è solo verbale. Inciso: se la stessa indulgenza l'avesse avuta anche Rapuano a Lecce, che nei primi otto minuti ha ammonito prima De Winter e poi Martin, il Genoa non avrebbe giocato per un'ora in dieci. Per altro De Winter per una trattenuta su Leao a 70 metri dalla porta rossoblù è stato subito prontamente ammonito. Come alla prima occasione è scattato il giallo per Martinez per perdita di tempo, ma la stessa severità non c'è stata nei confronti di Maignan e di Leao che, prima di battere una rimessa laterale, è passato dal bar a prendersi un caffè.
 
Se può essere soggettiva l'interpretazione sul rigore reclamato da Vazuqez (è il messicano che cerca la gamba di Florenzi o viceversa?), è clamoroso l'errore sull'uscita kamikaze di Maignan che prima abbatte Ekuban e subito dopo fa strike buttando giù anche Gudmundsson. Piccinini, con la palla che è stata ricacciata lontana dai difensori del Milan, dà il meglio (o il peggio) concedendo al Genoa un'astrusa regola del vantaggio. Ma cosa può esserci di più vantaggioso di una punizione dal limite dell'area con l'espulsione del portiere?
 
Mi spiace, Claudio, ma per Piccinini è stata proprio una serata no.