Il caso Nada Cella al bivio finale: o il processo o l'oblio. L'ultima speranza di fare giustizia
di Emilie Lara Mougenot
Oggi è previso il pronunciamento della Corte d'appello di Genova: assente mamma Silvana
E' arrivato il giorno tanto atteso: la Corte d’Appello di Genova deve infatti pronunciarsi sul caso Nada Cella, la segretaria venticinquenne uccisa il 6 maggio 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, a Chiavari. Il nodo da sciogliere è se rinviare a giudizio Annalucia Cecere, sospettata del delitto, Marco Soracco e sua madre per false dichiarazioni, oppure confermare il non luogo a procedere deciso a marzo dalla giudice Angela Maria Nutini. Una decisione che potrebbe rappresentare l’ultimo capitolo di un caso complesso, controverso e risalente ormai ai 28 anni fa.
La riapertura – Il fascicolo sul “cold case” di Nada Cella era stato riaperto nel 2021 grazie alla criminologa Antonella Pesce Delfino, che, dopo anni di studi, aveva indicato Annalucia Cecere come possibile assassina. La Procura di Genova, coordinata dalla pm Gabriella Dotto, aveva avviato nuove indagini, ipotizzando che il movente fosse una gelosia ossessiva nei confronti di Nada. Tuttavia, a marzo, la gip Nutini aveva ritenuto le prove insufficienti per avviare un processo.
La famiglia – La madre di Nada, Silvana Smaniotto, assistita dall’avvocata Sabrina Franzone, oggi non è venuta in aula come le altre volte ma continua a chiedere giustizia. La decisione odierna potrebbe riaccendere le speranze della famiglia o sancire la definitiva chiusura del caso.
Scenari – Se la Corte d’Appello confermerà il non luogo a procedere, l’omicidio di Nada Cella rischia di restare senza colpevoli, lasciando aperte ferite mai sanate. e vanificando la lotta dignitosa ma ferma di mamma Silvana.
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