Il blocco della Gronda non finisce mai
di Paolo Lingua
Il punto di paolo Lingua
C’era troppo silenzio intorno al progetto della Gronda per non entrare in sospetto. Nei giorni scorsi il ministro Danilo Toninelli che rappresenta quella parte del M5s da sempre ostile al raddoppio del percorso autostradale attorno a Genova e alle connessioni che potrebbero alleggerire il traffico attorno alla città ha dichiarato che la questione resta sospesa per via del complesso rapporto con la società Autostrade da tempo in conflitto con il Governo dopo il crollo del ponte Morandi. Da parte del Governo, e in particolare della componente “grillina”, da sempre c’è ostilità con la società Autostrade per l’Italia, in qualche maniera ritenuta in parte responsabile del drammatico crollo per errori od omissioni di manutenzione. Ma sulla intera vicenda c’è un’azione della magistratura in corso e occorrerà attendere l’azione della giustizia per formulare una valutazione precisa sugli eventi. Ma nel Governo i “grillini” in particolare insistono per la revoca della concessione della gestio0ne dell’interno sistema nazionale alla società Autostrade.
Questo si svolge mentre però alla società Atlantia che controlla le Autostrade è concesso di entrare nel pool azionario che dovrebbe rilevare (e salvare) la tormentata e travagliata Alitalia. Il quadro non è dei più semplici perché Toninelli ha ripetuto più volte che il progetto della Gronda resta congelato sino a che non si chiarirà la questione del ruolo della società Autostrade che, nel progetto iniziale, avrebbe dovuto realizzare il tracciato della Gronda. Il progetto resta dunque bloccato salvo sorprese, anche se in queste ore le sorti del governo sembrano nuovamente sospese perché si accentua la tensione tra gli alleato Lega e M5s. Tra l’altro, al di là delle diatribe sulla questione specifica della Gronda, anche in passato la situazione era critica perché i leghisti erano in sostanza favorevole alla realizzazione, mentre c’era un netto “no” da parte dei 5s. Per la verità la vicenda della Gronda è sempre stata al centro di dibattiti e di contraddizioni in tutte le aree politiche. Va detto, per onestà, che il progetto di raddoppio del percorso autostradale raddoppiato aveva incontrato l’ostilità del Pd all’inizio degli anni Novanta. Ma poi c’era stata una modifica da parte del Pd che si era piegato a favore ma avendo contro i movimenti dell’estrema sinistra e dei verdi. C’era stata una sorta di pausa-s durante la giunta Vincenzi, al tempo del cosiddetto “debat public”, poi il successore a Tursi Marco Doria che s’era piegato a fatica al “si” nei confronti del Terzo Valico non aveva nascosto la sua ostilità verso la Gronda. Ora il progetto vede favorevoli tutte le forze politiche sia di destra sia di sinistra con la sola eccezione del M5s. Non ha caso l’ostilità di Toninelli è riemersa in questo frangente politico nel quale sono riemersi i contrasti con l’alleato della Lega. E a proposito sul tema specifico è ripresa la dura polemica del Pd, ma anche il presidente della Regione Giovanni Toti non ha mancato di esprimersi polemicamente.
La Gronda, per molti aspetti, sembra nata sotto cattiva stella, ma verrebbe la Voglia di osservare che se fosse stata realizzata decollando dal giro di boa degli anni Novanta oggi sarebbe un grosso sollievo per il traffico, dopo il crollo del ponte Morandi, perché assorbirebbe una buona parte dei problemi che continuano a porsi tutti i giorni: basta un incidente o una intensificazione della movimentazione del flusso delle merci in porto per avere blocchi, code, ritardi e problemi che si ripercuotono anche per gli spostamenti dei cittadini privati. Genova ha bisogno di valvole di smistamento e non di blocchi o impedimenti. Ma sembra che siano in pochi a capirlo.
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