Gli Stati Uniti spingono sul solare, ma l’amministrazione Trump frena la corsa alle rinnovabili
di Andy Woodrook
Record di nuova capacità elettrica da solare nel 2025, ma le politiche federali minacciano la continuità della crescita
Gli Stati Uniti stanno realizzando un quantitativo record di nuova capacità solare nel 2025, nonostante le misure dell’amministrazione Trump volte a ostacolare lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Secondo i dati della Energy Information Administration (EIA), più della metà della nuova capacità elettrica installata quest’anno sarà di origine solare.
La crescita del solare – Nei primi sei mesi del 2025 sono stati connessi alla rete circa 12 gigawatt di nuova capacità solare, mentre altri 21 gigawatt dovrebbero essere completati entro fine anno. In totale, il solare contribuirà a oltre la metà dei 64 gigawatt di nuova capacità elettrica previsti. Se si aggiungono eolico e sistemi di accumulo, il 93% delle nuove installazioni sarà costituito da energia pulita. La EIA prevede inoltre che il 2025 possa superare il precedente record di costruzione di centrali elettriche, fissato nel 2002 con 58 gigawatt di nuove installazioni legate al gas naturale.
La domanda energetica – La crescita è trainata da diversi fattori: l’elettrificazione dei consumi, l’espansione industriale e l’aumento della domanda di energia legata all’intelligenza artificiale. In questo contesto, le rinnovabili e i sistemi di accumulo hanno un ulteriore vantaggio competitivo grazie ai costi di gestione più bassi rispetto agli impianti a combustibili fossili, contribuendo a ridurre la pressione sulle tariffe elettriche.
Gli ostacoli politici – L’amministrazione Trump ha intrapreso una serie di azioni volte a rallentare lo sviluppo delle rinnovabili. La recente legge di politica interna repubblicana ha ridotto i crediti fiscali per solare ed eolico, aumentando i costi di investimento per queste tecnologie. Allo stesso tempo, il governo ha limitato lo sviluppo di impianti eolici offshore e di progetti su terreni federali, mentre ha introdotto misure a sostegno delle centrali a carbone e gas in difficoltà economica.
Il caso Michigan – Un esempio è l’intervento del Dipartimento dell’Energia per bloccare la chiusura della centrale a carbone J.H. Campbell in Michigan, imponendo ai clienti costi aggiuntivi per mantenere operativa una struttura considerata obsoleta e poco redditizia. Analisti temono che lo stesso approccio possa essere applicato ad altri impianti a combustibili fossili programmati per il pensionamento.
I progetti avviati – Gran parte degli impianti solari che entreranno in funzione nel 2025 erano già pianificati, autorizzati e in costruzione prima delle recenti modifiche normative. Tuttavia, l’amministrazione ha già trovato strumenti per rallentare progetti autorizzati, come nel caso dell’Empire Wind al largo di New York. Ciò significa che il 2025 rappresenta probabilmente l’ultima fotografia di un mercato che si è mosso in linea con la domanda e le tecnologie disponibili, senza significativi ostacoli governativi.
Le previsioni – Gli sviluppatori hanno tempo fino alla prima metà del 2026 per avviare i lavori e ottenere i crediti fiscali completi. Per questo motivo, è possibile che la spinta del solare continui anche l’anno prossimo, sebbene con una corsa forzata a rispettare le scadenze. La restrizione dei criteri fiscali su cosa costituisce l’“avvio” di un progetto ha però aumentato l’incertezza.
Un mercato in trasformazione – Nei prossimi anni l’effetto delle politiche energetiche dell’amministrazione Trump potrebbe ridurre drasticamente il ritmo di costruzione di nuovi impianti. Gli esperti sottolineano che difficilmente il settore del gas potrà colmare il rallentamento delle installazioni solari. Senza un adeguamento della politica energetica federale, gli Stati Uniti rischiano di trovarsi in una fase di contrazione della capacità produttiva proprio quando la domanda è in rapida crescita.
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