Gli alti e bassi dell'economia di Genova
di Paolo Lingua
Il governo italiano nel complesso marasma del maxiemendamento della legge di bilancio 2020 avrebbe stanziato 480 milioni per il cosiddetto “ribaltamento a mare”, vale a dire la realizzazione del nuovo stabilimento della Fincantieri. L’azienda di capitale statale prevalente che ha come ad Giuseppe Bono sta attraversando un momento felice e fortunato: infatti ha ottenuto, a livello internazionale, molte commesse per la realizzazione di nuove unità, sia passeggeri, sia merci. Il che significa lavoro e incremento del lavoro sicuro per i prossimi quindici anni. La Fincantieri dispone di diversi cantieri in tutta Italia, ma l’incremento delle commesse, coinvolgerà certamente la Liguria. Il cantiere del “ribaltamento” metterà l’azienda nelle condizioni di lavorare a pieno ritmo, proprio nel momento storico in cui sta impegnandosi, con la Impregilo Salini, alla ricostruzione dell’ex Ponte Morandi.
L’annuncio dato ieri ai sindacati da parte del ministro Paola De Micheli è un segno nettamente positivo si tratterà ora di capire, come sempre, modalità e tempistiche, zanche perché, come sempre, non mancheranno passaggi burocratici e anche interventi da parte delle autorità portuali e delle istituzioni genovesi. Ma da parte del governo, se non interverranno nuovi elementi di ostacolo, la spinta dovrebbe essere decisamente positiva e questo corrisponderebbe anche alla linea del Pd e del ministro Paola De Miceli, che si è dichiarata favorevole alla ripresa dell’economia attraverso le grandi opere. Qualche dubbio, sempre per restare nel campo della ripresa economica di Genova, pende con una oscillazione sospetta sulla ormai eterna vicenda della Gronda.
Oggi i partiti dell’estrema sinistra, vecchi oppositori come del resto il M5s, hanno rilanciato, sia pure in termini generici, la possibilità d’un “secondo” progetto della opera pubblica, per la quale il ministro De Micheli ha ribadito ancora ieri pubblicamene esiste un solo progetto, quello iniziale e che già è oggetto di tutte le valutazioni e del rapporto “costi-benefici”. Ma è difficile in Liguria rintuzzare i progetti di chi vuole complicare le cose oppure complicarle per occultare la propria opposizione. D’altro canto, come abbiamo già ricordato nei giorni scorsi, alla Gronda s’era opposto l’ex sindaco Marco Doria (ma era ostile anche Marta Vincenzi), in pieno accordo con il M5s e con il supporto dell’estrema sinistra, già fuoriuscita dal Pd.
Considerata la sortita di ieri, tutto sommato critica, di Alice Salvatore, i dubbi sulla realizzazione della Gronda restano, a meno che il ministro Paola De Micheli non imprime un ritmo decisionista alla vicenda, mettendo all’angolo i grillini. Ma, come sempre accade in Italia, sino alla fine non sarà facile capire quello che potrà succedere, anche perché da qui a febbraio-marzo quando tutto si dovrebbe sbloccare, ci sono in mezzo le elezioni regionali in Emilia, considerate un passaggio delicatissimo per l’alleanza di governo. Non resta che procedere passo passo, giorno dopo giorno. La fragilità dell’attuale politica ci impone questi ritmi, tutt’altro che esaltanti.
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