Giubileo dello Sport: storie di atleti italiani nel mondo al Museo Nazionale dell’Emigrazione
di Anna Li Vigni
Una clip video, proiettata nello spazio mostre temporanee al piano terra, racconta emblematiche figure di campioni

In occasione del Giubileo dello Sport, in programma il 14 e 15 giugno in diverse città italiane e nel mondo, il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI) partecipa con un’iniziativa che unisce storia, sport e identità italiana. Una clip video, proiettata nello spazio mostre temporanee al piano terra del museo, racconta alcune delle storie più emblematiche che legano lo sport all’esperienza migratoria degli italiani nel mondo.
Storie di sport e migrazione - Un viaggio tra continenti e generazioni - Dai fondatori italiani dei celebri club sudamericani Boca Juniors, River Plate e Peñarol, fino a figure iconiche come Nino Borsari e Juan Manuel Fangio, il mini-documentario offre una panoramica entusiasmante e commovente. Un progetto che attraversa epoche, discipline e continenti, ponendo l’accento sul ruolo cruciale degli italiani all’estero nello sviluppo dello sport internazionale.
Il MEI come hub della memoria sportiva migrante - Questo lavoro si inserisce in un percorso avviato dal MEI da tempo e rafforzato da numerosi accordi internazionali, che stanno trasformando il museo in un vero e proprio punto di riferimento globale sul tema sport ed emigrazione. Un progetto in continua evoluzione, che intreccia memoria storica e attualità.
Integrazione e identità: lo sport come ponte culturale - “Lo sport è da sempre veicolo di integrazione per i migranti, e questo lavoro lo dimostra pienamente,” afferma Paolo Masini, Presidente del MEI. “Stiamo abbinando al patrimonio storico anche le storie contemporanee, come quella di Esteban Fortunati, socio n. 4 del River Plate, raccontata attraverso il progetto nazionale Il Civico delle Radici – Percorsi di Sport. Vogliamo rendere accessibile a tutti questo enorme patrimonio identitario.
Un progetto che parte dalla Liguria e coinvolge l’Italia intera - Il progetto, con epicentro a Genova, si sta estendendo a numerose regioni italiane grazie alla collaborazione con associazioni, comunità italiane all’estero e amministrazioni locali. Un’iniziativa che coniuga valore culturale e turistico, e che rafforza il legame tra memoria migrante e territori d’origine.
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