Giua, poesia in note tra canzoni, nuove idee e... Genova dai suoi tetti

di Giulia Cassini

3 min, 55 sec

La ricerca "open" del titolo del nuovo brano e il suo rapporto coi social

Giua, poesia in note tra canzoni, nuove idee e... Genova dai suoi tetti

Tra gli artisti più interessanti nel panorama musicale attuale brilla Giua, animo delicato e ribelle che mette in scena la vita,  sfida il contemporaneo in una sempiterna lotta  musicale, tra armonie positive e feroci al tempo stesso come il presente. Nelle sue canzoni convive un arcipelago di sentimenti, esplosioni di sensazioni che portano a un ancoraggio, ma sempre con lo sguardo aperto sull’orizzonte, sull’intangibile, sulle aspirazioni individuali.

I suoi pezzi sono esperienze sensoriali che chiedono alla ragione di staccarsi dal qui e ora per farsi trasportare dalla bellezza dell’arte. In tempi di coronavirus con teatri e locali chiusi Giua regala la sua arte con i social, con improvvisate sui tetti, in ogni modo per non lasciare solo il suo pubblico e gli amanti della musica.

Una scelta obbligata dai tempi? “In un certo senso sì, non sono mai stata troppo social forse per pigrizia, forse per carattere. Adesso per fortuna possiamo utilizzarli, lo ammetto, hanno rivestito se vogliamo un’importanza maggiore di vettore verso gli altri, mostrando la loro potenza positiva in pieno”. Ha lanciato anche l’ultimo brano su Facebook, ad esempio (cliccate qui per ascoltarlo,ndr). “Già, è una bella occasione condividere una canzone in embrione, appena nata, dando voce al mio sentire e a quello che colgo per dar vita a un’espressione artistica. Vediamo se serve agli altri, se vi si rispecchiano. Per questo ho chiesto agli utenti di formulare un loro titolo, mi sono arrivate al momento oltre 80 idee, moltissime davvero belle”. La prima che le viene in mente? “E’ difficile citarne una sola, diciamo che un titolo mi ha molto colpito, Glicine. Apparentemente avulso dalla canzone a ben guardare rievoca una pianta profumata, bellissima, che resiste nei terreni impervi e nelle situazioni difficili, una bella metafora… Se volete sapere quale sceglierò è difficile da dire, vedremo, al momento è aperta alla sensibilità individuale”. Sui concerti sui tetti (ma in tutta sicurezza) cosa ci può dire, come è nata questa idea così suggestiva? “Lo rifarò sicuramente, è una vista a 360 gradi su Genova impagabile. Vi sembrerà strano ma io sono restia ad esempio ai flashmob che mi imbarazzano, potrete pensare che è impossibile visto che sono abituata al palco, ma in realtà è così. Quella sera mi sono sentita di cantare da lì perché mi ha pervaso un senso di tristezza vedendo chiudere le finestre o accendere le luci delle finestre, in giorni complicati per tutti e per la nostra città. E’ piaciuto e ci ho preso gusto, i miei vicini erano entusiasti così come chi mi ha seguito e scritto sui social, è la potenza dell’arte”.

Dobbiamo aspettarci altri lavori, che uso fa di queste giornate sotto lo slogan #ioresto a casa? “Dobbiamo reagire, vedere il lato positivo. Io sono a casa con il mio piccolo Agostino, posso dedicare più tempo a lui, alla casa, ai miei pensieri, tornare alle radici delle cose. Questo periodo può essere anche vissuto come un’opportunità se guardiamo la situazione da un altro punto di vista, e non intendo sminuire quello che sta succedendo, anche io ho la famiglia sparpagliata e vivo coscientemente la gravità della situazione. Però ognuno deve fare la sua parte. Ho ripreso a scrivere e ho un’idea nuova di cui non posso ancora parlare”. E’ lo spirito ad esempio degli amici Sirianni e Manfredi del Quarantena Tour aderirà? “Sicuramente lo farò ho visto Federico Sirianni prima dello stop, dovevamo anche esibirci insieme. Si preannunciano novità, insomma”. Tra i colpi di scena anche una commissione impegnativa… “Già, ho aderito all’idea della dottoressa Nirmala Rosseti di creare una canzone a tema coronavirus. Attualmente sulla pagina dedicata del progetto Tutti contro Cov escono le tavole a fumetti di Andrea Piccardo, poi al termine il mio brano riassumerà in note ai bambini come comportarsi ai tempi del coronavirus. E’ stimolante, io sono abituata con Agostino che ha 5 anni a ralazionarmi con i bambini, ma è in realtà un messaggio universale, proprio come i brani che si compongono per commissione per il teatro”.

 

Uno stralcio  del brano per i lettori e il link qui 

"I tuoi baci li lego a una corda
mi ci arrampico in cima
sopra i tetti che sembrano nidi
strappati cuciti alla luna

se un profumo nell’aria mi parla
di come sarebbe sfiorarti

sarà ancora più bello abbracciarti
ancora più bello aspettarti"