Genova e i suoi teatri dal Seicento al Settecento
di Giulia Cassini
Il percorso ideato e condotto dal critico musicale Roberto Iovino
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Inizia la rubrica di cultura dedicata alla musica a partire dal tour tra i Teatri storici di Genova restringendo lo sguardo per ora tra il Seicento e il Settecento nel percorso ideato e spiegato dal critico musicale Roberto Iovino.
In Via Balbi e in vico Sant’Antonio
R.I."La storia comincia qui in via Balbi e dobbiamo immaginarla nel lontano Cinquecento quando era la strada che da Genova portava verso il Ponente della regione. Lungo questo percorso c’erano locande che accoglievano i mercanti di passaggio e che usavano intrattenere gli avventori con spettacoli serali non sempre edificanti.
All’inizio del Seicento la famiglia Adorno rilevò la Locanda del Falcone e la trasformò nel primo teatro pubblico cittadino. Al 1645 risale la rappresentazione di La Delia sposa del sole di Francesco Manelli, con cui dovrebbe iniziare appunto l’attività del Teatro del Falcone. Il condizionale è d’obbligo perché nella difficoltà di trovare documenti, non è da escludersi che in un prossimo futuro si reperiscano programmi o altro materiale che ne anticipi l’apertura. Non di molto, tuttavia. Non dimentichiamoci che il primo teatro a pagamento in Italia, il veneziano San Cassiano, era stato inaugurato nel 1637. Il Falcone, dunque, arriva poco dopo e questo non deve sorprendere. Venezia e Genova erano due città simili per interessi mercantili ed economici, visitate spesso da uomini d’affari: naturale pensare dunque a uno sviluppo pressochè parallelo delle attività ludiche.
Oggi testimonianze di quel teatro si possono ancora trovare nel vicolo dietro Palazzo Reale, in via Balbi. Se percorriamo vico Sant’Antonio ci imbattiamo in una epigrafe murata. Attergato al vecchio Teatro del Falcone e al prossimo ceppo di case ricorda una felice unione di amantissimi cuori onde tra Carlo Goldoni veneziano e Nicoletta Connio genovese parve auspicata una pace fraterna di popoli nel presentimento dell’Italia futura. Goldoni, attivo a Genova nel 1733, aveva sposato la genovese Connio e fu certamente fra i nomi più autorevoli che operarono al Falcone. Un altro artista illustre di cui avremo modo di parlare in un’altra puntata e che lavorò al Falcone fu Alessandro Stradella".
Dentro Palazzo Reale
R.I. "Il Falcone, disegnato dall’architetto Sighizzi su incarico degli Adorno, con una forma allungata a U, rivestito in legno e con 4 ordini di palchi, passò attraverso varie ristrutturazioni. Nel 1702, ad esempio, semidistrutto in un incendio fu ricostruito da Carlo Fontana che, rispettando il disegno originale, aggiunse una fila di palchi.
Nel 1824 inglobato dai Savoia nel loro Palazzo Reale divenne Teatro di Corte. Proprio in quell’anno ospitò la prima genovse del Don Giovanni di Mozart. La sua attività nell’Ottocento fu tuttavia estremamente limitata.
Le ultime rappresentazioni teatrali che risultano al Falcone risalgono al 1959, una breve stagione di opere comiche. In realtà già nel Settecento era iniziata la sua parabola discendente perché gli era stato contrapposto un altro palcoscenico, più moderno e accogliente".
Davanti alla Tosse
R.I. "Ci spostiamo dunque nella zona di Sarzana e San Donato. Nel 1684 Genova fu bombardata dalla flotta del Re Sole. In particolare fu colpita questa parte della città il che favorì una sorta di speculazione edilizia di cui approfittò Nicolò Maria Pallavicino che acquistò il terreno vicino alla chiesa di Sant’Agostino e costruì il Teatro di Sant’Agostino inaugurato nel 1702, il primo palcoscenico autenticamente popolare della città e il primo davvero capiente con i suoi 1500 posti: una platea che sarebbe in grado di soddisfare anche oggi le esigenze di una città.
Lì nel 1795 si esibì il giovanissimo Niccolò Paganini.
E fu il Sant'Agostino a presentare per la prima volta ai genovesi Rossini: nel gennaio 1814 andò in scena Tancredi cui seguirono negli anni successivi La pietra del paragone, Il turco in Italia Cenerentola, La gazza ladra, Otello, La donna del lago per citare alcuni dei titoli principali del compositore di Pesaro".
Teatro Duchessa di Galliera – Voltri
R.I. "Come abbiamo potuto verificare i due primi palcoscenici genovesi furono voluti dall’aristocrazia locale, gli Adorno prima e i Pallavicino poi. Questo non deve sorprendere: all’epoca era la nobiltà che gestiva la cosa pubblica. E i teatri potevano allora essere di due tipologie: pubblici, come il Falcone e il Sant’Agostino che rappresentavano per così dire un investimento dei loro proprietari sul piano economico; oppure privati, di corte.
Eccoci dunque nella splendida Villa della Duchessa di Galliera a Voltri. In questo palazzo nobile, riportato al suo antico splendore da una recente operazione di restauro, troviamo l’unico esempio rimasto in Liguria di teatro all’interno di una villa patrizia. Non si ha la data precisa di apertura del teatro, ma lo si può collocare nella seconda metà degli anni Ottanta del Settecento. Al 1786 risalgono i primi spettacoli documentati. Il teatro, di ridotte dimensioni, è costituito da una sala rettangolare, stretta e allungata e un piccolo palcoscenico. La sala è idealmente divisa in due parti alle quali corrispondono altrettante differenti composizioni della volta e della decorazione pittorica. Verso il palcoscenico, infatti, il soffitto è più ampio e le finte architetture riprodotte sulle pareti hanno la funzione di dilatare lo spazio, dando l’impressione di un padiglione all’aperto. La parte posteriore della sala invece ha un profilo più raccolto; il soffitto ribassato a forma di esedra, abbellito da una balconata dipinta crea infatti uno spazio più intimo.
Negli anni conclusivi del Settecento, il Teatro fu particolarmente attivo. Ospitò opere di Cimarosa, di Sarti di Gaetano Isola e di Francesco Bianchi. E si deve ricordare anche la prima genovese della tragedia Saul di Vittorio Alfieri. Insomma, una bella attività a dimostrazione dell’interesse che l’aristocrazia genovese nutriva al tempo per l’opera in musica, ma anche per le tragedie letterarie".
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