Genova, successo al Carlo Felice per la prima della 'Boheme'
di Redazione
Tutto esaurito per il secondo titolo pucciniano della stagione del primo centenario della morte del compositore toscano

Carlo Felice stracolmo, ieri sera, per la prima di "Boheme" secondo titolo pucciniano della stagione del primo centenario della morte del compositore lucchese. L'opera è stata presentata nell'allestimento ormai storico creato al Carlo Felice alcuni anni fa a firma dello scenografo Francesco Musante e del regista Augusto Fornari.
Musante, pittore genovese di fresca inventiva, ha creato un'ambientazione coloratissima e fiabesca, con alcune soluzioni davvero simpatiche: la soffitta del primo atto, ad esempio ruota su se stessa come un sonoro carillon facendo spazio al Caffè Momus. Il regista Fornari ha sfruttato l'atmosfera evocata da Musante per accompagnare l'azione dei solisti con inserti interessanti: ad esempio nel terzo e quarto quadro la creazione di "doppi" con bambini vestiti come i protagonisti, ricordo di una fanciullezza che svanisce con la morte di Mimì (e un carretto si porta via i bambini sulle note finali di Puccini).
Soluzioni molto belle e stride la scena della romanza di Musetta ("Quando men vo'") cantata dalla ragazza in mezzo a una selva di mani che la palpeggiano. Sul podio è salito Francesco Ivan Ciampa che ha sostituito Riccardo Minasi. Ciampa, applauditissimo dall'orchestra, ha offerto una lettura lineare e scorrevole, a parte qualche squilibrio fra voci e orchestra soprattutto nei primi due atti (l'orchestra di Puccini è sempre "sonora"). In generale, tuttavia, il direttore ha saputo ottenere momenti di caldo lirismo, esaltando la cantabilità delle melodie pucciniane e assecondando con attenzione le voci.
Per quanto riguarda il cast, Anastasia Bartoli si è rivelata una Mimì convincente soprattutto nel terzo e quarto atto quando è emerso il lato più drammatico del personaggio. Accanto a lei applausi per Galeano Salas (un Rodolfo generoso con un buon margine di maturazione), Benedetta Torre (Musetta) Alessio Arduini (Marcello), Gabriele Sagona (Colline), Pablo Ruiz (Schaunard). Lodevoli pure i complessi stabili dal coro adulti a quello di voci bianche all'orchestra
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