Genova, Silvia Salis dopo la vittoria delle elezioni: "Tre mesi intensi, ma utili per ascoltare e farsi conoscere"
di Carlotta Nicoletti
“La nostra priorità è stata essere tra la gente, nei municipi, per capire il senso di abbandono che molti cittadini vivono”
Dopo una lunga campagna elettorale, la candidata del campo progressista, oggi Sindaca, Silvia Salis dopo la vittoria si presenta soddisfatta: “Tre mesi intensi, ma utili per ascoltare e farsi conoscere”. Al centro del suo intervento, il contatto diretto con il territorio, la coesione della coalizione e la necessità di riportare sobrietà e rispetto nel dibattito politico. «Il Comune ha grandi competenze, ma troppi dirigenti se ne sono andati per un clima irrespirabile». La Salis lancia un appello a chi ha lasciato Genova: “Se volete tornare, siete i benvenuti”. La sua visione per il futuro si basa su collaborazione, rispetto e un forte rilancio del ruolo municipale e sociale.
Territorio – “La nostra priorità è stata essere tra la gente, nei municipi, per capire il senso di abbandono che molti cittadini vivono”. La proposta si è basata su una visione in cui sviluppo e umanità possano convivere, ascoltando i bisogni locali e rilanciando il ruolo dei municipi.
Coalizione – Nonostante le pressioni esterne, “nessuna nota stonata” ha incrinato l’unità del campo progressista, dice Salis. “Abbiamo mostrato che un programma condiviso e una visione comune sono strumenti di forza, non di debolezza”.
Attacchi personali – Gli ultimi giorni di campagna sono stati segnati da “attacchi di basso livello”, tra fake news e post diffamatori. “La politica deve tornare a essere confronto sui temi, non una guerra tra tifoserie”, ha sottolineato.
Competenze – “La nostra forza è il livello tecnico della nostra classe dirigente”, ha detto, evidenziando la necessità di passare da un’opposizione ideologica a una gestione pragmatica. “La destra ha lasciato questioni irrisolte per anni, ora tocca a noi affrontarle”.
Emergenze – Tra le priorità: emergenza abitativa, servizi per anziani e infanzia, e contrasto all’esodo giovanile. “Genova è una città pensata per un milione di persone, ma con 560mila abitanti e troppe case vuote”.
Competenze – “La macchina comunale può funzionare bene, ma deve tornare a essere un luogo in cui si lavora con serenità”. Il richiamo è chiaro: “Spero che chi è andato via possa rientrare. Garantisco un ambiente dove le professionalità siano valorizzate e ascoltate”.
Metodo – Rispetto e confronto interno saranno le basi del nuovo corso. “Chi tratta male i collaboratori si circonda di mediocrità. Io voglio assessori e dirigenti che mi facciano cambiare idea in meglio”.
Struttura – Sui consiglieri delegati, la Salis è prudente: “Uno strumento utile, ma serve equilibrio con le deleghe assessoriali”. Quanto alle consulenze, pone una distinzione netta: “Chi è consulente non dovrebbe poi candidarsi. La professionalità deve restare tale”.
Municipi – “Riformare i municipi sarà la prima azione”. Per lei, sono il fulcro per ricostruire un legame diretto con i quartieri. “Il nostro approccio sarà partecipativo e inclusivo”.
Terzo settore – “La regia comunale non deve limitarsi a gestioni emergenziali, ma deve programmare a lungo termine, coinvolgendo volontariato e professionisti in una progettazione condivisa”.
Partecipazione – “Riportare il 7% in più degli elettori alle urne non è poco. È un segnale che la politica può ancora parlare alle persone”. La sfida ora è tradurre questo consenso in azione concreta conclude.
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