Genova, sciopero metalmeccanici, si ferma l’industria: sul tavolo il rinnovo del contratto nazionale
di Riccardo Olivieri
Sulla cessione di ex Ilva a Baku Steel i sindacati denunciano un silenzio assordante: “Bisogna definire le prospettive industriali”
Tutta l’industria genovese si è fermata: con otto ore di sciopero i sindacati e i lavoratori chiedono a Federmeccanica e Assistal di riaprire la trattativa sul rinnovo del contratto nazionale, scaduto a giugno 2024. I sindacati chiedono un adeguamento degli stipendi e del monte ore ma dalle federazioni industriali è arrivata una contro-piattaforma, ovvero delle proposte “in controtendenza con le nostre” ha dichiarato Stefano Bonazzi della Cgil, in presidio insieme alle altre sigle sindacali lungo la strada che porta all’ex Ilva sotto lungomare Canepa.
“Abbiamo scelto come metalmeccanici genovesi di fermare grandi, medie e piccole aziende - spiega Bonazzi -. Una risposta adeguata per chiedere il rinnovo del contratto nazionale, una partita difficilissima. Siamo arrivati a 32 ore di sciopero, auspichiamo che cominci a rompersi il fronte della controparte e si possa arrivare ad una trattativa vera”.
“Il segnale oggi è stato dato forte: non ci sono lavoratori dentro le aziende e senza lavoratori le aziende non producono - ha dichiarato Christian Venzano di Cisl -. Vogliamo il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori e riaprire la trattativa con Federmeccanica e Assistal. Il contratto dei metalmeccanici riguarda un milione e mezzo di lavoratori: continueremo con gli scioperi finché la trattativa non sarà riaperta. Non lavoreremo sulla loro contro piattaforma”. Secondo Antonio Apa di Uilm “il paradosso è che tutti denunciano che in Italia ci sono salari bassi e quando noi chiediamo di alzarli ci mandano a spigolare. La contropiattaforma metteva mano alle nostre richieste su salari e orari: vogliamo fare pressione su Federmeccanica e Assistal perché si riapra la trattativa”.
Ilva e Baku Steel - La scelta di rendere il perno della protesta l’area che porta all’Ilva non è casuale: i sindacati infatti denunciano un “silenzio assordante sull’azienda” dichiara ancora Bonazzi. “Non si sa nulla - spiega -. Noi come Fiom di Genova vogliamo ribadire che serve un piano industriale adeguato per rilanciare la siderurgia anche a Genova. Ci aspettiamo un rilancio della latta, un piano di investimenti su Genova e, perché no, anche un forno elettrico”. Secondo Apa la situazione è “in alto mare, bisogna definire quanti sono i soldi, gli organici, quali sono le prospettive industriali. Su cosa deve puntare Genova? Sulla verticalizzazione del prodotto”.
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