Genova punta nuovamente sulla cantieristica

di Paolo Lingua

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Genova punta nuovamente sulla cantieristica

Sono, una volta tanto, positive le notizie che confermano un prossimo decollo dei lavori per realizzare il fatidico “ribaltamento a mare” del cantiere di Sestri Ponente. Se tutto andrà bene e non ci saranno i soliti blocchi o intralci alle procedure, entro il 2025 Genova recupererà un ruolo storico, da sempre avuto, nella cantieristica. La Fincantieri – non va dimenticato – ha un crescendo di commesse, sia civili, sia militari, ma in particolare il nuovo assetto produttivo potrebbe consentire  la realizzazione anche delle nuove unità da crociera che ormai sono una sorta di città galleggianti. I lavori prevedono assetti territoriali e di comunicazione, oltre che la messa in sicurezza, anche dal punto di vista ecologico, del Rio Molinassi la cui foce è vicina all’assetto della nuova struttura produttiva. Non va dimenticato che i dipendenti potrebbero avere un crescendo notevole. Oggi sono circa 1700 ma potrebbero diventare quasi 7 mila quando il cantiere sarà al massimo della produzione.

La Fincantieri ha in questo momento molte commesse (ovvero decine di navi di tutti i tipi) che saranno distribuite in tutta Italia nel volgere dei prossimi anni, ma con Genova che potrebbe avere un ruolo determinante. La vicenda del rapporto tra Genova e la cantieristica è, per molti aspetti, curioso con riferimenti soltanto a soffermarsi agli anni del dopoguerra. A Sestri sono state varate unità civili e militari di grande importanza, in particolare quando ancora era fondamentale il sistema di comunicazione tra Genova e New York  con le grandi navi che ne coprivano la rotta anche per via dei limiti ancora esistenti per il trasporto aereo dei passeggeri. Negli anni Settanta, infatti, Genova venne “degradata” e ridimensionata come centro cantieristico. Ne nacquero forti polemiche politiche e contestazioni sindacali. Dopo oltre un secolo di economia moderna, Genova cedeva il ruolo di capitale della cantieristica ad altri centri italiani.  E questo mise in imbarazzo a livello locale i partiti governativi, la Dc in testa. Dopo, dopo poco più di quarant’anni da quella crisi, il capoluogo ligure  (ma anche con i cantieri di Sestri Levante e della Spezia) è tornata al centro della strategia produttiva anche per la sua posizione strategica e per la alta capacità produttiva delle sue maestranze. E, certamente, per la strategia messa a punto dal supermanager della cantieristica di Stato, l’abile a accorto Bono da sempre al vertice dell’azienda. Per la verità, come sovente accade in Liguria, del ribaltamento a mare dell’attuale stabilimento di Sestri Ponente si parla da una decina d’anni, con continui “stop and go” , in parte giustificati da problemi meteorologici e geologici che hanno rallentato il progetto. Ora finalmente sembra che le prime tranche di finanziamento siano disponibili e sia pronto il disegno urbanistico e della struttura.

Al di là di tutte le frenate che sono la conseguenza di questo ultimo anno di pandemia, si prevede una forte ripresa del traffico marittimo - sia passeggeri sia merci – per i prossimi anni, anche per la crescita esponenziale dell’economia del Far East e si profila una forte richiesta di nuove navi con maggiori capacità di traporto e realizzate con criteri tecnologici d’avanguardia. E’ la prospettiva concreta d’un mercato in netta crescita che certamente decollerà a partire dal 2022. Tanto è vero che, sia pure in un contesto economico – in questo caso sotto il profilo della recettività dello scalo  - differente si prospetta, sempre a Genova, la realizzazione dello spostamento a mare della diga foranea. Proprio per poter accogliere le navi di ultima generazione. Siamo al di là, a questo punto, di semplici scommesse ma ci si assesta per reggere le profonde trasformazioni, sempre più veloci, dell’economia mondiale. Le strutture di trasporto ne sono ormai un aspetto funzionale ai costi, ai prezzi e al mercato stesso. Ecco, nella speranza che la politica corra alla stessa velocità dell’economia,   due importanti motivi di ott9imismo in attesa della fine  della pandemia.