Genova, prima crepa nella maggioranza, Russo (PD) vota scheda bianca e attacca: "Metodo che ignora il radicamento nei territori"

di Stefano Rissetto

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"Resto nel PD, ma non aderirò più passivamente a dinamiche che rispondono a logiche di equilibrio interno, anziché a quelle della rappresentanza"

Genova, prima crepa nella maggioranza, Russo (PD) vota scheda bianca e attacca: "Metodo che ignora il radicamento nei territori"

Si consuma la prima frattura all’interno della maggioranza di centrosinistra in Consiglio comunale a Genova. In occasione dell’elezione del nuovo Presidente del Consiglio, per cui il centrosinistra ha designato Claudio Villa, la consigliera Monica Russo (Partito Democratico) ha annunciato e poi confermato il suo voto con scheda bianca, prendendo pubblicamente le distanze dalla linea della coalizione.

“La mia non è una protesta sterile né un gesto personale – ha dichiarato Russo in una nota diffusa prima della seduta –. È un atto politico consapevole, figlio di un metodo che non riconosco e che non condivido. Dopo anni di lavoro sul territorio e una campagna elettorale condotta con trasparenza, ho ottenuto 844 preferenze senza alcun apparato alle spalle. Eppure quel consenso non ha avuto alcun peso nelle decisioni della maggioranza”.

A monte del dissenso, ci sarebbe l’esclusione della stessa Russo dalla rosa di nomi per la Presidenza del Consiglio, incarico per cui era inizialmente in corsa. Nessuna convocazione per le riunioni preparatorie, né consultazioni degli organismi di partito, accusa la consigliera, che parla apertamente di “problema di democrazia interna”.

“Non sono io la vera esclusa – ha aggiunto – ma un pezzo di città che ancora una volta resta senza rappresentanza: le periferie, i cittadini, il lavoro quotidiano. Votare scheda bianca significa non legittimare un metodo che ignora il radicamento nei territori”.

Pur confermando la propria appartenenza al PD, Russo rivendica una posizione autonoma: “Resto nel partito, ma non intendo più aderire passivamente a logiche di equilibrio interno. Continuerò a lavorare con libertà, nel merito delle proposte, e accanto ai cittadini, senza dover nulla a nessun meccanismo di potere”.

Infine, un messaggio diretto alla nuova amministrazione e alla sindaca Silvia Salis: “Auguro buon lavoro. Genova ha bisogno di una vera discontinuità. Ma da parte mia non mancheranno vigilanza, impegno e spirito istituzionale, soprattutto a difesa di chi, anche oggi, è rimasto fuori”.

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