Genova, passaporti in ritardo e permessi bloccati, Traverso (Siap): "Organizzare meglio le risorse, non c'è solo l'ordine pubblico"

di Redazione

2 min, 20 sec

"A Genova per ottenere un passaporto senza urgenza servono in media tre mesi, non per carenze tecnologiche, ma per mancanza di personale"

Genova, passaporti in ritardo e permessi bloccati, Traverso (Siap): "Organizzare meglio le risorse, non c'è solo l'ordine pubblico"

Cittadini in coda per mesi per ottenere un passaporto, migranti bloccati senza documenti in attesa di regolarizzazione, e intanto la maggior parte delle forze della Polizia di Stato impiegata in servizi di ordine pubblico, pattugliamenti ad “alto impatto” e mediazioni continue con le tifoserie calcistiche. È questo il quadro critico denunciato dal SIAP (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) di Genova, che chiede un intervento urgente da parte dell’Amministrazione per riequilibrare la gestione delle risorse umane nella Questura.

A lanciare l’allarme è il Segretario Provinciale Roberto Traverso, che sottolinea come l’attuale distribuzione del personale penalizzi sia i cittadini che gli stessi agenti. “Oggi a Genova per ottenere un passaporto senza urgenza servono in media tre mesi – afferma Traverso – e ciò non è dovuto a carenze tecnologiche, ma alla mancanza di personale”. L’Ufficio Passaporti, attualmente, sta ancora lavorando sulle richieste presentate a metà marzo.

Il problema si estende anche alla stampa dei documenti, che richiede 15-20 minuti per ogni passaporto, a patto che le stampanti – disponibili solo in Questura – non si blocchino. Nei commissariati cittadini, invece, gli organici sono ridotti di oltre il 20%, rendendo impossibile anche solo ipotizzare un’autonomia operativa.

Ma a preoccupare il SIAP non sono solo i ritardi documentali. È l’intero modello organizzativo ad apparire squilibrato. “Ogni volta che arrivano rinforzi, si sceglie la strada più ‘visibile’: l’ordine pubblico”, denuncia Traverso. E Genova, in questo ambito, rappresenta un caso emblematico: seconda solo a Roma per numero di servizi legati alla sicurezza urbana, la città investe risorse ingenti nella gestione del centro storico, nei pattuglioni e – soprattutto – nella sorveglianza delle tifoserie calcistiche.

“Non si tratta solo dei giorni di partita – precisa Traverso – ma anche di allenamenti, trasferte, attività preventive e continue mediazioni. Un impiego costante che toglie risorse a settori fondamentali, come l’investigazione o il servizio ai cittadini”.

La situazione è altrettanto critica all’Ufficio Immigrazione, dove oltre 7.000 permessi di soggiorno risultano in attesa di consegna. Anche in questo caso, si cerca di colmare le lacune con aperture straordinarie nei fine settimana, ma su base volontaria e comunque insufficiente. “Servirebbero persone dedicate per contattare chi deve ritirare i titoli, rafforzare i canali sociali e costruire una rete di coordinamento stabile”, afferma il SIAP.

Il rischio? Che migliaia di persone rimangano a lungo in una zona grigia di irregolarità, con ricadute anche sul fronte della sicurezza. Pur riconoscendo i buoni propositi della Questura, il sindacato chiede una svolta: “Non possiamo più accettare una gestione che vede l’ordine pubblico come unica priorità – conclude Traverso – Le poliziotte e i poliziotti sono sotto pressione, mentre la cittadinanza è sempre più frustrata. Una città sicura non è solo una città presidiata, ma una città in cui i servizi funzionano, la documentazione è accessibile e il lavoro della Polizia si orienta anche alla prevenzione e alla prossimità. Serve una revisione seria delle priorità operative”.

Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagramsu Youtube e su Facebook.