Genova, operativo a Certosa il Tavolo sociosanitario: più prevenzione e coordinamento nei servizi
di Redazione
Servizi sociali, Asl 3 e realtà territoriali; insieme per prevenire fragilità e costruire un modello di comunità estendibile a tutta Genova.
È stato avviato nel quartiere di Certosa il Tavolo sociosanitario, uno strumento richiesto da anni dalla comunità locale e finalmente attivato dall’amministrazione comunale. L’assessora al Sociale Cristina Lodi ha ricordato come il Tavolo fosse stato “votato negli anni scorsi, ma mai convocato dalle precedenti amministrazioni”, sottolineandone l’importanza strategica per il territorio.
L’iniziativa nasce su spinta del comitato Liberi Cittadini di Certosa e si configura come un nuovo modello di intervento integrato che mette insieme servizi sociali, Asl 3, realtà territoriali, associazioni e cittadini. Il luogo di partenza è la Casa di Quartiere di Certosa, dove – anche grazie alla collaborazione con i sindacati dei pensionati – è in corso la costruzione del progetto di comunità, un sistema di azioni rivolte alla prevenzione della solitudine, delle fragilità e del disagio sociale.
L’obiettivo è individuare precocemente i casi non ancora noti ai servizi, attraverso momenti strutturati di incontro, dialogo e ascolto attivo. I primi risultati del progetto confermano la validità del percorso, suggerendo che il modello avviato a Certosa potrebbe diventare un riferimento per tutta la città.
Il Tavolo ha già fissato due priorità operative: allargare la partecipazione coinvolgendo i presidenti dei Municipi, per arrivare alla definizione di una strategia cittadina condivisa, e attivare una collaborazione diretta con i medici di medicina generale, così da mettere a disposizione del territorio dati e informazioni utili alla programmazione degli interventi.
«Il Tavolo sociosanitario – sottolinea l’assessora Lodi – rappresenta una conquista importante per Certosa e per tutta Genova. È un luogo di lavoro concreto, finalmente attivato dopo anni di richieste inascoltate. I primi dati del progetto di comunità ci confermano che questa è la direzione giusta: ascoltare, conoscere, prevenire. Partiamo da Certosa perché qui sono esplose criticità che non potevano più essere lasciate sole, ma il nostro obiettivo è costruire un modello replicabile in tutti i quartieri della città. La collaborazione con Asl 3, con la Casa di Quartiere e con chi vive il territorio ogni giorno – conclude – è la chiave per individuare i bisogni e dare risposte reali, soprattutto a chi non arriva spontaneamente ai servizi».
Il percorso avviato nel quartiere, dunque, non si limita a rispondere alle urgenze locali, ma punta a tracciare una nuova visione cittadina basata su prossimità, prevenzione e partecipazione attiva.
Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagram, su Youtube e su Facebook.
Altre notizie
Ceranesi, il sindaco Claudio Montaldo: "Mi dimetto"
12/12/2025
di Gilberto Volpara
Genova, ministro Zangrillo all'Università: “Formare i civil servant del futuro, tra competenze e merito”
12/12/2025
di Carlotta Nicoletti
