Genova, la sindaca Salis visita i presepi d’arte: "I musei come una casa per tutti i cittadini"

di Carlotta Nicoletti

Montanari: “È un modo per riappropriarci della nostra cultura, non solo della tradizione"

Un tour tra dipinti, sculture e presepi storici inaugura il Natale genovese. Montanari: “Un patrimonio che appartiene a tutta la città”.

Genova apre le celebrazioni natalizie con un itinerario dedicato ai presepi artistici: un percorso promosso dal Comune che attraversa musei, chiese e luoghi simbolici della città, integrato nel “passaporto dei presepi”.

Sindaca Salis – Presente all’avvio del tour, la sindaca ha definito l’iniziativa “una doppia strada tra presepi storici e opere pittoriche”, lodando il lavoro dell’assessore: “Sta dando grande personalità al suo assessorato”. Ha poi annunciato l’esposizione gratuita del presepe comunale a Palazzo Rosso, illuminato per tutta la notte.

Percorso artistico – L’assessore alla Cultura Giacomo Montanari ha illustrato la novità dell’edizione 2025: un itinerario che affianca ai presepi tradizionali anche opere pittoriche e scultoree dedicate alla Natività. Prima tappa, il Museo Diocesano, dove è stato presentato un dipinto seicentesco di Mattias Stom, restaurato e “ritrovato” dopo quasi due secoli. “La rappresentazione del Bambino come fonte di luce interna è un linguaggio che invita alla riflessione”, ha spiegato Montanari.

Cattedrale e affreschi – Il tour prosegue nella Cattedrale di San Lorenzo, con il celebre presepe dalle statuine napoletane e gli affreschi di Luca Cambiaso. “Tipologie diverse che mostrano la varietà straordinaria del nostro patrimonio”, ha aggiunto l’assessore.

Scultura barocca – Ultima tappa, il presepe marmoreo di Tommaso Orsolino, scenografico e unico nel suo genere: angeli che sollevano la mensa dell’altare e, sotto, la scena della Natività scolpita fino al minimo rilievo dello sfondo.

Passaporto dei presepi – Il percorso rientra nel progetto cittadino che permette ai visitatori di raccogliere timbri dalle varie tappe diffuse in tutti i quartieri. “È un modo per riappropriarci della nostra cultura, non solo della tradizione”, ha sottolineato Montanari.


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