Genova, l'Antimafia confisca beni per due milioni di euro a due persone affiliate alla 'ndrangheta

di Alessandro Bacci

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I due sono indiziati per associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società

Genova, l'Antimafia confisca beni per due milioni di euro a due persone affiliate alla 'ndrangheta

La Direzione Investigativa Antimafia di Genova ha eseguito un provvedimento di confisca di beni mobili ed immobili per un valore complessivo di circa due milioni di euro. L'attività nasce da indagini preventive svolte dalla Dda da cui è seguita la proposta di misura da parte della Procura della Repubblica di Reggio Calabria e l'emissione del provvedimento ablativo da parte del Tribunale Sezione Misure di Prevenzione. I beni erano di due soggetti arrestati a luglio del 2016 nell'ambito della operazione antimafia Alchemica, condotta dalla Dda reggina eseguita congiuntamente dalla Dia e dalla Polizia di Stato e conclusasi con l'emissione di 42 misure cautelari.

I due sono risultati affiliati a cosche della 'ndrangheta e indiziati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società. Il Tribunale di Reggio Calabria ha riconosciuto come l'associazione all'interno della quale si muovevano i due soggetti colpiti dal provvedimento fosse propriamente di tipo mafioso e ha quindi disposto la confisca dell'intero capitale sociale e patrimonio aziendale di un'impresa operante nel settore delle pulizie industriali e civili, di un fabbricato e di un terreno in provincia di Alessandria, nonché di conti correnti, beni mobili registrati e posizioni finanziarie riconducibili agli interessati per un valore complessivo di 2 milioni di euro.

Sono Orlando Sofio di Novi Ligure e Marianna Grutteria di Serravalle Scrivia i due soggetti destinatari di un provvedimento di confisca, per un valore di circa 2 milioni di euro, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall'aggiunto Gaetano Paci.