Genova, i 50 anni del Ceis e la volontà di "Costruire un mondo nuovo"

di Edoardo Cozza

Immigrazione, accoglienza, dipendenze: dal 1974 il Centro si occupa di aiutare i più fragili. A maggio un convegno al Ducale

Sono oltre 50mila al mese gli articoli, le news e i messaggi social che parlano di dipendenze (droga, alcol, gioco d’azzardo patologico); nel 37% dei casi sono carichi di negatività, di rabbia, di malessere e, esaminandone più a fondo i contenuti, l’ansia per il coinvolgimento giovanile è prevalente e crescente. Sempre i minori sono protagonisti delle preoccupazioni più dichiarate parlando di immigrati e di accoglienza (più di 90mila messaggi al mese, in media 3mila ogni giorno). Si tratta di un volume enorme che ha due caratteristiche: da un lato la spontaneità (oltre il 70% avviene tramite social – ed è un dato parziale per via delle norme sulla privacy) e dall’altro la criticità e la paura (il sentiment negativo assegnato dagli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale oscilla mediamente intorno al 50% e per alcuni casi di cronaca ha toccato punte di estrema gravità).


Sono tutti dati che misurano la crescente sensibilità ai problemi sociali anche nella nostra città, che pure ha una storia da raccontare sulla loro gestione che risale addirittura al 1600 (una sorta di “metodo Genova”, diremmo oggi) in cui determinazione capacità, coraggio e una visione pratica orientata al problema ne erano il leitmotiv: lo stesso spirito che nel 1974 ha portato Bianca Costa a creare il Ceis Genova, oggi guidata dal figlio Enrico Costa.

Nell’opera del Ceis Genova, sin dalle sue origini, tutti gli interventi rivolti sia a persone con problemi di dipendenza che a migranti accolti adulti e minori, sono ispirati alla filosofia del Progetto Uomo che mette in primo piano la persona valorizzando le sue risorse, la spiritualità e le potenzialità interiori.


Nella ricorrenza dei 50 anni dalla fondazione, il Centro Solidarietà di Genova coglie l’occasione per condividere con la città una riflessione umanitaria, professionale e di prospettiva sul contesto attuale delle dipendenze e del grande dramma sociale dell’immigrazione e dell’accoglienza. Sfide che si sono evolute nel tempo e che sono sempre più sentite rispetto al passato perché toccano a largo raggio le famiglie e l’intera comunità. Problemi che per trovare una soluzione, o almeno per essere gestiti efficacemente, richiedono una consapevolezza diffusa in tutti i ceti sociali, professionalità e dedizione da parte di chi se ne occupa e la stretta e fattiva collaborazione delle istituzioni territoriali.

“Costruire il mondo nuovo” è un evento che in tre mesi, da marzo a maggio di quest’anno, si articola in tre parti: le attività di approfondimento tematico preliminari, la restituzione alla città nel convegno pubblico del 6 maggio a Palazzo Ducale e le iniziative collaterali in memoria di Bianca Costa e di tutto il volontariato.


Le attività preliminari prevedono 4 workshop guidati da esperti ai quali parteciperanno una cinquantina di persone che metteranno a fuoco il tema delle dipendenze e della cura (dalle droghe, all’alcol al gioco, alle nuove sostanze che catturano soprattutto i giovani), quello della prevenzione (fattore strategico di contenimento dei fenomeni e di salvaguardia del benessere famigliare), l’accoglienza (la cultura storica nel DNA cittadino e i nodi da risolvere oggi) e non ultimo il tema “dell’economia civile” (la nuova frontiera della consapevolezza imprenditoriale legata alla sostenibilità e alla giustizia sociale).


Nel convegno conclusivo del 6 maggio pomeriggio a Palazzo Ducale sono previsti importanti interventi quadro con testimonianze di livello nazionale e internazionale (vedi programma) in grado di fornire una visione completa e aggiornata delle tematiche oggetto della manifestazione. Sono previste due tavole rotonde sulla base dei risultati dei workshop cui parteciperanno esperti e rappresentanti delle Istituzioni territoriali in modo costruttivo e propositivo sulle prossime strategie di gestione delle criticità, in particolare sull’abbassamento dell’età della diffusione delle droghe e altre dipendenze, e sulla gestione e integrazione dei minori non accompagnati. Utilizzando nuove tecnologie congressuali sarà possibile a tutti i presenti in sala, all’inizio dei lavori, fornire le proprie personali opinioni e idee di indirizzo di cui i relatori e i testimoni potranno fare tesoro.

Il convegno più che una celebrazione di quanto è stato fatto negli ultimi 50 anni a Genova - non solo dal CEIS - nella lotta alla droga e per fronteggiare il disagio sociale, rappresenta un importante slancio dell’impegno civile gestionale e normativo per affrontare il presente e il futuro della qualità sociale della vita in modo pragmatico e con concreti valori, com’era nello stile di Bianca Costa.


“La ricorrenza del 50° - spiega Enrico Costa, presidente CEIS Genova - vuol essere una preziosa occasione che, partendo dal lascito ideale, morale e spirituale di mia madre Bianca, e dalla nascita del Centro di Solidarietà di Genova, focalizzi l’attenzione sulla situazione attuale delle dipendenze, di disagi psichiatrici e degli altri grandi temi sociali come l’immigrazione, con una attenzione particolare ai giovani. Si tratta di sfide quotidiane che in tanti anni si sono evolute e che il CEIS Genova in rete con gli altri enti e attraverso la stretta collaborazione con le istituzioni coinvolte, continua ad affrontare, e la visione che un mondo migliore è possibile”.


"Nel suo lungo percorso di attività - aggiunge Giacomo Giampedrone, assessore al Sociale della Regione Liguria - il CEIS di Genova è stato costantemente impegnato a sostenere i più fragili, offrendo un contributo alla società e un punto di riferimento fondamentale per i giovani. Regione Liguria si unisce all'impegno del Ceis riconoscendo che i 50 anni di attività rappresentano un traguardo significativo, patrimonio della Liguria, che guarda al futuro con sempre maggiore impegno".


"Riconoscendo i valori che nel corso di questi 50 anni sono stati portati avanti dal Centro di Solidarietà sia a livello di attività sia a livello di testimonianza - commenta Angelo Gratarola, assessore alla Sanità di Regione Liguria - puntiamo a trasformare questa ricorrenza in una grande occasione di consolidamento e di rilancio delle attività di questa realtà. Il quadro nazionale ha fatto emergere nuovi obiettivi che, come Regione Liguria, intendiamo abbracciare e supportare. Siamo impegnati nelle attività dei workshop che ci accompagneranno all'evento di maggio con la volontà politica di portare nuove progettualità. Punteremo così i riflettori sulle problematiche giovanili in un'ottica di maggiore prevenzione e di presa in carico delle criticità legate alla compresenza di problemi di dipendenza e di disagio psichico".


“Il messaggio che Bianca Costa ci ha lasciato come eredità è quanto mai attuale - conclude Lorenza Rosso, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Genova -. 50 anni fa Bianca Costa ha dimostrato sensibilità e lungimiranza nell’intercettare quelli che erano i bisogni crescenti nella nostra società, dei nostri giovani, e non solo, e ha scelto di intraprendere un impegno civico e sociale per non lasciare indietro nessuno, di comprendere le istanze e in modo proattivo trovare soluzioni attraverso una forte rete sul territorio, partendo dal volontariato. Oggi, come e forse più di ieri, nella nostra comunità stanno emergendo nuove fragilità e nuovi bisogni: come istituzioni siamo chiamate a capire e svolgere il ruolo di facilitatori nel sistema complesso delle politiche sociali, creando percorsi concreti di supporto alla persona, nella presa in carico dall’emergenza fino all’inclusione sociale, attraverso il lavoro e la formazione. Con il Ceis la collaborazione è quotidiana da parte delle nostre politiche sociali e gli eventi organizzati per celebrarne i 50 anni saranno sicuramente un importante momento di riflessione e condivisione per nuovi progetti per il futuro”.