Genova, Carlo Felice, "Beatrice di Tenda": successo e applausi per la prima

di Redazione

Prima replica domani, domenica 17 marzo, ore 15. Quindi martedì 19 alle 20 e venerdì 22 alle 20

Assente dalle scene genovesi da sessant'anni, è tornata ieri sera al teatro Carlo Felice "Beatrice di Tenda", penultimo titolo nella non fitta produzione di Bellini, dopo "Norma" e prima di "Puritani". Scritta su libretto di Felice Romani, "Beatrice di Tenda" vede Bellini, alle prese con una drammaturgia statica, costruire una partitura contrassegnata da solido mestiere. Il primo atto scorre senza scosse particolari, il secondo brilla grazie alla grande scena del processo e allo scontro fra le due donne, interrotto dallo splendido canto fuori scena di Orombello che anticipa chiaramente l'analogo slancio lirico di Manrico nel "Miserere" del "Trovatore".

L'allestimento visto ieri è una coproduzione fra Genova e la Fenice di Venezia. La scena di Emanuele Sinisi propone un castello diroccato, con le mura squarciate, simbolo, ha spiegato il regista Italo Nunziata, di un decadimento ineluttabile della corte dove tutto è ormai segnato già dall'apertura del sipario. Sul podio Riccardo Minasi ha diretto con il consueto vigore, a tratti esasperando forse eccessivamente i volumi con qualche squilibrio con il palcoscenico, anche sul piano ritmico, ad esempio, nel primo atto, in alcuni crescendo corali. Lodevole il cast dominato da Angela Meade, un soprano dalla voce straordinariamente elegante e duttile. Accanto a lei Carmela Remigio è stata una irreprensibile Agnese; Mattia Olivieri ha restituito con passione la figura di Filippo, Francesco Demuro ha vestito con generosità i panni di Orombello. Applausi finali calorosi qualche piccolo dissenso per i firmatari della parte visiva. Prima replica domani, domenica 17 marzo, ore 15. Quindi martedì 19 alle 20 e venerdì 22 alle 20.