Genova, arrestato un dipendente portuale: aiutava due trafficanti a entrare nella zona container

di Emilie Lara Mougenot

1 min, 48 sec

Coinvolto un 35enne legato alla logistica portuale: sequestrati 145 chili di cocaina e scoperti contatti tramite telefoni criptati

Genova, arrestato un dipendente portuale: aiutava due trafficanti a entrare nella zona container

Un dipendente di una società operante nello scalo genovese è stato arrestato con l’accusa di aver agevolato l’ingresso e i movimenti di due uomini poi fermati con 145 chili di cocaina. L’uomo, 35 anni, è finito in carcere al termine di un’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova e coordinata dalla Procura, che ha portato alla luce il suo ruolo logistico nell’ambito di un traffico internazionale di stupefacenti.

Operazione antidroga – L’inchiesta è partita nel febbraio 2024 dopo il sequestro di un ingente carico di cocaina e l’arresto in flagranza di due italiani di 50 e 60 anni. Le indagini hanno consentito di risalire al porto di Genova come punto nevralgico dell’organizzazione, con il coinvolgimento diretto del dipendente portuale, incaricato di facilitare l’accesso e fornire dettagli operativi.

Supporto logistico – L’arrestato avrebbe accompagnato i due uomini all’interno dell’area portuale durante un sopralluogo, indicando percorsi di accesso e vie di fuga. Tra i compiti a lui attribuiti anche la consegna di un badge plastificato per entrare nella zona container e la localizzazione precisa del container da cui prelevare la droga.

La notte del blitz – L’intervento decisivo è avvenuto quando i militari hanno notato un’auto sospetta, una Fiat Panda rossa non autorizzata all’accesso, in prossimità dell’area di stoccaggio. I due uomini a bordo, già monitorati, hanno tentato la fuga speronando un’auto dei carabinieri. Uno è stato bloccato subito, l’altro dopo una breve corsa a piedi.

Il sequestro – All’interno del veicolo sono stati rinvenuti quattro borsoni contenenti complessivamente 145 chili di cocaina, suddivisi in 130 panetti, oltre a diversi telefoni cellulari. I due sono stati arrestati con l’accusa di traffico di droga, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.

Comunicazioni criptate – Grazie all’analisi dei dispositivi, condotta con il supporto della sezione Cyber del Reparto Operativo, è emerso che il portuale comunicava con i complici tramite telefoni criptati, utilizzando un nickname. In cambio della collaborazione, avrebbe dovuto ricevere un compenso di 100.000 euro.

Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci anche su Whatsapp, su Instagramsu Youtube e su Facebook.