Genova: arrestato comandante carabinieri Cornigliano, accusato di rivelare indagini ad amici
di Redazione
Tra le accuse, rivelazione ed utilizzazione di atti coperti dal segreto d'ufficio e accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati
I carabinieri del nucleo investigativo di Genova hanno arrestato il comandante della stazione dei carabinieri di Cornigliano Davide Odicini, 52 anni. Le indagini, coordinate dalla pm Gabriella Dotto, erano partite da una serie di controlli di routine sull’utilizzo delle banche dati.
Le accuse sono quindi di rivelazione ed utilizzazione di atti coperti dal segreto d'ufficio e accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati in concorso, concussione, corruzione per atti contrari al dovere d'ufficio, falso ideologico in atto pubblico e calunnia, frode in processo penale e depistaggio.
Oltre al militare sono coinvolti un avvocato e un operaio edile, sottoposti a obbligo di dimora. A questi ultimi vengono contestati i reati di utilizzazione di atti coperti dal segreto d'ufficio ed accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati, corruzione ed accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati in concorso.
Le indagini, coordinate dalla pm Gabriella Dotto, erano partite da una serie di controlli di routine sull’utilizzo delle banche dati. Nel corso dell'attività sono emersi accessi nella banca dati delle forze di polizia senza un apparente giustificato motivo. È emerso che il militare avrebbe interrogato la banca dati fornendo informazioni ad alcuni conoscenti tra cui un avvocato che, per trarne un indebito profitto patrimoniale, si poneva abitualmente quale istigatore delle condotte illecite del militare per acquisire notizie utili relative a pratiche legali relative principalmente ad incidenti stradali. Inoltre il militare avrebbe dato notizie di vario genere ad un altro suo conoscente, operaio edile, ricevendo in cambio lavori di muratura a titolo gratuito nell'abitazione di una sua conoscente.
In un altro episodio il sottufficiale avrebbe favorito un amico carrozziere nel recupero di una somma di denaro relativa ad un credito vantato nei confronti di un pensionato per alcune lavorazioni sull'auto di quest'ultimo. Tale attività di intermediazione sfociava nel reato di concussione poiché induceva l'anziano ad estinguere il debito prospettandogli una denuncia per 'insolvenza fraudolenta' pur non ricorrendone i presupposti.
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