Genova, a febbraio si prevedono 5.670 assunzioni, 1200 in più rispetto al 2022: solo il 24% contratto stabile
di Gaia Cifone
Al primo posto tra le professioni più ricercate dalle imprese genovesi ci sono 740 posti per addetti alle attività di ristorazione, 510 per personale di pulizia
In provincia di Genova si prevedono a febbraio 5.670 assunzioni, 1.200 in più rispetto a febbraio 2022, 2.480 in più del 2021 e 710 in più del 2020. In Liguria le entrate programmate nel mercato del lavoro sono 9.410, 1.800 in più del 2022, 4.180 in più del 2021 e 1.350 in più del 2020. Lo si legge nel bollettino mensile del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere con Anpal per monitorare i fabbisogni occupazionali delle imprese dell'industria e dei servizi con almeno 1 dipendente. Al primo posto tra le professioni più ricercate dalle imprese genovesi ci sono 740 posti per addetti alle attività di ristorazione (di cui il 51% difficile da reperire), 510 posti per personale di pulizia (52%), 430 addetti alle vendite (35%), 360 conduttori di veicoli (35%), 280 addetti alla segreteria e agli affari generali (28%). In 47 casi su 100 le imprese genovesi prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati principalmente per scarsità di candidati (29%). Tra le figure più difficili da reperire ci sono i tecnici della salute (84% difficili su 150 richieste), fonditori, saldatori e lattonieri (83% su 110 richieste), operai specializzati nelle costruzioni (65% su 250 richieste), tecnici informatici, telematici e tlc (58% su 100 richieste) e addetti nelle attività di ristorazione (51% su 740 richieste). Il settore dei servizi assorbirà il 75% delle entrate previste a Genova: 1.960 lavoratori nei servizi alle imprese, 880 turismo, 740 servizi alle persone e 700 commercio. Il 63% delle assunzioni riguarderà imprese con meno di 50 dipendenti. Nel 24% dei casi viene offerto un contratto a tempo indeterminato o apprendistato, +3% rispetto a un anno fa, mentre nel 76% un contratto a termine . Il 35% dei nuovi assunti saranno giovani con meno di 30 anni. Il 23% delle entrate è destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, il 34% a impiegati e professioni commerciali, il 28% a operai specializzati e il 15% a professioni non qualificate. Al 28% dei lavoratori previsti in entrata è richiesta l'istruzione secondaria, al 20% la qualifica o diploma professionale e al 16% la laurea. Al 35% non viene richiesto un titolo specifico se non la scuola dell'obbligo.
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